Astigiani ha invitato più volte i lettori ad “aprire i cassetti” dei ricordi per comporre le immagini del nostro Album di famiglia.
Questa volta l’invito è stato accolto da una giovane astigiana Claudia Rolletto, figlia di un appassionato collezionista e filatelico che ha raccolto migliaia di documenti, foto, testimonianze delle vita astigiana. Come scrive nelle righe che seguono, Claudia consegna alla memoria collettiva di Astigiani uno spicchio molto particolare delle raccolte di suo padre, quello dei documenti legati al mondo del vino. È un tema che la nostra rivista ha già trattato altre volte. Ricordiamo il servizio sui manifesti pubblicitari degli spumanti pubblicato sul numero 19 del marzo 2017 e quello sulle fiere enologiche del numero 25 settembre 2018. Questa nuova documentazione inedita integra, aggiorna e arricchisce la ricerca già pubblicata sul numero 5 del settembre 2015 dedicata alle cantine e alle osterie attive in Asti città fino ai primi decenni del Novecento.
Un patrimonio di documenti che esce dalla preziosa raccolta privata per diventare patrimonio di una comunità. Ogni immagine racconta una storia vera che supera i luoghi comuni. Si fa tanto parlare di "Asti città del vino", si ipotizzano musei e strutture che se non basate sulla storia rischiano di nascere sulle sabbie mobili dell’ovvio. Astigiani ringrazia Claudia Rolletto per la disponibilità ad arricchire così la nostra storia collettiva.
L’eredità di mio padre
Quando è scomparso mio padre, Bruno Rolletto (Asti, 1 Giugno 1949 – 2 Dicembre 1999), io avevo sette anni. Forse ero troppo piccola per capire cosa fosse una “passione di una vita”, ma conservo chiaramente il ricordo di noi nel suo studio, mentre comincio la mia prima collezione – involucri di caramella – insieme al mio papà.
Affascinata da tutti quei volumi stracolmi di cartoline e francobolli coloratissimi, che mi mostrava e nei quali sbirciavo mentre ci si industriava sopra, stampava etichette, scriveva appunti, posizionava gli angolini ferma-foto con precisione meticolosa, mi ricordo di aver pensato che quello che stava facendo dovesse essere molto importante e prezioso.
E lo era, per lui ma non solo. Ora, con occhi da adulta, ho potuto constatare (anche in
occasione della mostra che si è tenuta a fine Gennaio presso la Fondazione “Centro
di Studi Alfieriani” di Asti) che un amore così profondo per il collezionismo, filatelico ma soprattutto per ciò che riguarda la propria terra, diventa un’importante risorsa da valorizzare e condividere.
Sono innumerevoli le testimonianze cartacee di Asti e dei suoi dintorni raccolte da mio
padre nelle sue ricerche per mercatini e nei suoi scambi con altri collezionisti: Alfieri e i suoi scritti, il Palio e i comitati rionali, le Fiere, le associazioni sportive, i circoli; e poi centinaia, forse più, di meravigliose cartoline turistiche.
La storia di questa nostra terra traspare da queste attestazioni, tangibili in un’epoca digitale, e incorrotte dal tempo. È possibile ricostruire la trama dell’Astigiano seguendo le tracce dei suoi làsciti in cellulosa: attraverso comunicazioni ufficiali e ufficiose, commemorazioni di feste, celebrazioni, ricordi.
Grazie alla collaborazione con Astigiani abbiamo deciso di prendere qui in considerazione uno degli aspetti che sono parte fondamentale di questa città, rivisto attraverso una piccola raccolta dalla collezione di Bruno: i produttori che coi loro vini popolavano tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento il centro e i paesi limitrofi, le loro cartoline postali, promozionali e i prezzari. Una piccola selezione che racconta storie di lavoro e passione da non dimenticare.
Classe 1949, dopo aver conseguito il diploma di geometra all’istituto “Giobert” di Asti Bruno Rolletto ha lavorato per alcuni anni come tecnico in una impresa di costruzioni. Nel 1980 ha iniziato una nuova esperienza professionale come responsabile amministrativo di un’azienda turistica in Sardegna, esperienza che si è protratta per oltre dieci anni. Ha poi concluso la propria attività lavorativa in Asti restando nel campo turistico/alberghiero. Il suo tempo libero è sempre stato speso nel coltivare la sua grande passione, il collezionismo. Due i filoni: i francobolli e tutto ciò che poteva ricondurlo ad Asti e alle cose astigiane. Ha lasciato una collezione ampia e variegata, frutto di anni di ricerca nei mercatini, di scambi con altri collezionisti. Ecco una sintesi del suo prezioso lavoro di ricerca. Nelle foto Bruno Rolletto e con la figlia Claudia in tenera etàEnte Provinciale del Turismo di Asti, cartolina promozionale, 1940Vini classici del Piemonte “Poncini Francesco e Figlio” (Asti, via Roccavione 10), prezzario dei vini, 1935. Questo listino prezzi del 1935 mostra in maniera evidente le evoluzioni storiche del mercato dei vini. In quell’anno la ditta Poncini proponeva una bottiglia di Barbera extra a 2,75 lire. Il Grignolino classico a 3,30 mentre Barbaresco e Barolo erano rispettivamente quotati a 4,30 e 4,80, cioè poco meno del doppio. In questi decenni la distanza tra i vini monferrini e albesi si è perlomeno quadruplicata. Ancora più impietoso il confronto per l’Asti spumante proposto allora tra i vini di lusso a 7 lire a bottiglia cioè quasi il doppio del Barolo. C’è di che far meditareClasse 1949, dopo aver conseguito il diploma di geometra all’istituto “Giobert” di Asti Bruno Rolletto ha lavorato per alcuni anni come tecnico in una impresa di costruzioni. Nel 1980 ha iniziato una nuova esperienza professionale come responsabile amministrativo di un’azienda turistica in Sardegna, esperienza che si è protratta per oltre dieci anni. Ha poi concluso la propria attività lavorativa in Asti restando nel campo turistico/alberghiero. Il suo tempo libero è sempre stato speso nel coltivare la sua grande passione, il collezionismo. Due i filoni: i francobolli e tutto ciò che poteva ricondurlo ad Asti e alle cose astigiane. Ha lasciato una collezione ampia e variegata, frutto di anni di ricerca nei mercatini, di scambi con altri collezionisti. Ecco una sintesi del suo prezioso lavoro di ricerca. Nelle foto Bruno Rolletto e con la figlia Claudia in tenera etàVini extrafini “Marabotti Luigi” (Asti, corso Alfieri 73), cartolina spedita da Asti alla ditta “Martini e Rossi” di Torino, 1905Stabilimento Vinicolo “Enrico Ottolino” (Asti, corso Alfieri 100), cartolina promozionale, 1900 caProduttori vini astigiani “Pistone Luigi & C.” (Asti), cartolina spedita da Asti alla ditta “Martini & Rossi” di Torino, 1907Premiata distilleria Ricossa Lorenzo di Portacomaro d'Asti, Anni '20Produzione vini “C. Taricco & C.” (Asti), cartolina promozionale per l’Esposizione Universale, 1911Casa di produzione vini fini “Crispino Quirico” (Asti), cartolina spedita da Asti a Vercelli, 1929Vini del Piemonte “Contratto” (Canelli), prezzario dei vini, 1920 caProduttori vini astigiani “Bigliani Romolo” (Asti, corso Alfieri 71), cartolina spedita da Asti alla ditta “Martini e Rossi“ di Torino, 1902Fabbrica astigiana liquori “Balestrino” (Asti, via Arò 34), cartolina promozionale, 1920 ca. Grazie agli eredi la ditta Balestrino è ancora attiva oggi a Nizza Monferrato dove vende grappe e ha mantenuto in listino la China d’Asti e l’amaro San Secondo.Stabilimento Vinicolo “Arleri” (Asti, via XX Settembre 17), cartolina promozionale, 1920caDistilleria San Pietro – Fabbrica Vermouth “Giulio Cocchi” (Asti, corso Alessandria 21/24), cartolina spedita da Asti a Torino, 1949Vini fini “Picui” (Canelli), cartolina promozionale, 1900 caProduzione vini del Piemonte “Zoppa Giovanni” (Canelli), cartolina spedita da Canelli a Cossano Belbo, 1903Vini spumanti e vermouth “F.lli Gancia & C.” (Canelli), cartolina spedita da Canelli a Torino, 1911Fabbricante di botti “Nebiolo Francesco” (Asti, via Brofferio 14), cartolina spedita da Torino ad Asti, 1928Vini pregiati del Piemonte “Dr. Arturo Bersano” (Nizza Monferrato), cartolina spedita da Nizza M.to a Cavallermaggiore, 1943. Notare, nonostante si fosse in piena guerra, la meticolosità della richiesta da parte dell’azienda Bersano al produttore di botti astigiano Bosia che aveva il laboratorio nell’allora corso Stazione, dove è ancora visibile l’incisione sul portone d’ingressoVini fini “G. Taricco & C.” (Asti), prezzario dei vini, 1910caProduttori vini fini “Carlo Marchisio & C.” (Nizza Monferrato), cartolina spedita da Cavallermaggiore a Ricaldone, 1900
Classe 1992, dopo il diploma al Liceo Classico di Asti ha deciso di seguire le sue passioni, la grafica e l’ecologia, con una laurea in Comunicazione Visiva seguita dalla laurea magistrale in Design Sistemico. Attualmente si occupa di grafica come freelance e scrive come contributor per un blog incentrato sulla sostenibilità ambientale.
Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.
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