sabato 14 Dicembre, 2024
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1966

Quei nostri gemelli in giro per il mondo

Superare i confini ai tempi della Brexit
Circa un terzo dei 118 comuni dell'Astigiano sono gemellati con altri comuni in Italia e in giro per il mondo. I primi rapporti sono nati negli anni Sessanta per iniziative delle amministrazioni locali, ma ben presto i cittadini se ne sono appropriati stringendo rapporti personali con europei, americani e asiatici. C’è il caso di Asti, con i suoi profondi legami con Valence e Biberach an der riss; ma c’è anche chi, come Ferrere e Villanova d’Asti, è riuscito a stringere amicizie con due cittadine argentine. Convincendo più di uno a trasferirsi nel nostro paese, o addirittura a sposarsi con i gemelli che arrivavano dall’altra parte dell’Atlantico. Ma non sono solo i comuni a stringere questo tipo di rapporto: la provincia è gemellata con la contea di Miami, dove tutt’oggi è conservata l’opera dell’astigiano Paolo Lizzi.

Un terzo dei comuni dell’Astigiano è gemellato con altre comunità

 

Quando cinquant’anni fa nasceva il primo gemellaggio tra Asti e Valence, Maastricht era ancora di là da venire. C’era la CEE e l’idea di una Europa unita, questo sì. Soprattutto, c’era la speranza che il percorso non si sarebbe più fermato. Allora certo non si potevano immaginare le ondate migratorie, la Brexit, il populismo anti-UE.

Oggi il confine è tornato a essere ben più di un segno su una carta geografica, con il rischio che quel tratto venga ispessito da muri molto concreti. Per fortuna, c’è chi continua a varcare quei confini, sapendo che dall’altra parte troverà comunque degli amici. Sono i cittadini che partecipano ai gemellaggi, stretti nel corso degli anni tra il capoluogo e i comuni dell’Astigiano e innumerevoli località europee, americane, asiatiche. La tabella che pubblichiamo in queste pagine è un inedito: compilata dalla Prefettura di Asti, è un censimento delle realtà che nella nostra provincia hanno un legame con comunità all’estero: sono 37 su 118, praticamente un terzo dei comuni dell’Astigiano ha almeno un paese gemello da qualche parte sul pianeta.

Salta subito all’occhio la predominanza di gemellaggi con la Francia, la scelta più naturale date le affinità culturali e la vicinanza. Restando in Europa, c’è chi è legato alla Germania, alla Romania, all’Ungheria, alla Svizzera. Chi si è spinto più in là sono tra comuni i cui gemelli si trovano in Argentina. «L’amicizia con il paese di La Francia è nata nel 1997 – racconta il sindaco di Ferrere, Silvio Tealdi – per volontà dell’allora primo cittadino Milvia Carra Bonello. In quello stesso anno, una famiglia argentina si è trasferita e Ferrere e continua a vivere nel nostro paese. E sempre qui hanno scelto di far nascere il loro secondo figlio». Per il decennale, una delegazione argentina è stata accolta dal prefetto e Rita Levi Montalcini, cittadina onoraria di Ferrere. I rapporti sono proseguiti negli anni, lo scorso febbraio 20 ferreresi sono stati a La Francia e l’anno prossimo il piccolo centro dell’Astigiano ricambierà l’ospitalità.

 

A Villanova d’Asti la coppia sposata grazie al gemellaggio

 

A stringere rapporti con l’Argentina è stata anche Villanova d’Asti. «Proprio quest’anno ricorrono i dieci anni del nostro gemellaggio con Santa Clara De Saguier, a novembre andremo laggiù in visita», spiega Christian Giordano, primo cittadino, che precisa: «Sindaco e cittadini pagheranno il viaggio a proprie spese.» È una storia che inizia nel 2006, per volontà di alcuni italo argentini che volevano riprendere i contatti con la loro terra natale. «Direi che è stato un successo, visto che un’argentina ha sposato un villanovese.»

 

Giovani atlete di Biberach in visita al Michelerio a settembre 2014

L’amicizia tra la Provincia e la Contea di Miami

 

A guardare molto lontano è anche Canelli, gemellata a Ganzhou in Cina. Poche le somiglianze tra le due comunità: la prima è la cittadina che custodisce le cattedrali sotterranee patrimonio Unesco, la seconda una metropoli da 9 milioni di abitanti. 

 

Le comunità degli Azzano e dei Castelnuovo d’Italia

 

Ma è proprio quell’immenso bacino commerciale che ha portato i due luoghi a conoscersi, complice l’industria delle bollicine e dell’enomeccanica che in Cina conta di trovare nuovi sbocchi. Dalla lontana Asia al Belpaese, sono tanti i comuni astigiani che hanno scelto altri paesi italiani per gemellarsi.

Due casi sono particolarmente curiosi, anche se non si tratta propriamente di gemellaggi: Azzano d’Asti e Castelnuovo Don Bosco, che hanno stretto patti di amicizia con i tanti Azzano e Castelnuovo esistenti nello Stivale.

C’é poi il caso di Berzano San Pietro, formalmente gemellato con ben quattro realtà straniere, ma senza una regolare attività di scambio ormai da anni. Lontano o vicino, l’importante è costruire un legame per superare ogni confine. Per perseguire questo intento, esiste una sorta di Onu delle città gemellate. Si tratta della CGLU, l’Associazione Mondiale delle Città e Governi Locali Uniti, che raccoglie l’esperienza di altre federazioni nate in piena Guerra Fredda per avvicinare culture differenti. L’esperienza bellica e il timore di un conflitto nucleare avevano portato numerose comunità a legarsi attraverso un organismo che poneva il bilinguismo come strumento per la reciproca conoscenza e presupposto per una pace duratura. Fu adottata anche una Carta delle Città Gemellate, documento che stabiliva regole di buon gemellaggio: ad esempio, considerare il legame come uno strumento di cultura umana, senza alcuna preoccupazione di parte, evitare ogni tipo di discriminazione verso paesi e tradizioni. Ma nella Carta si invita anche a non intromettersi negli affari interni delle città, un suggerimento di buon senso valido per tutte le amicizie.

Da annotare infine che non sono solo le città a stringere patti di gemellaggio: la Provincia di Asti è infatti legata a numerose contee in Europa e Stati Uniti. In particolare, sono storici i rapporti con Szolnok in Ungheria e Tarnow in Polonia. Dal 1985 sono stati avviati scambi culturali e commerciali anche con la contea di Miami in Florida, dove ogni anno si tiene il Festival del Rinascimento, visitato in più di un’occasione dagli sbandieratori dell’Asta. E da quindici anni una nostra memoria è stabilmente in Florida: lo scultore astigiano Paolo Lizzi nel 2001 ha realizzato il bassorilievo in bronzo “A Salute to the Sister Cities” (Saluto alle città gemelle) esposto allo Stephen P. Clark Center di Miami.    

 

Gemellaggi: dalla Francia all’Argentina

Si ringrazia per la collaborazione la Prefettura di Asti

 

Valence, Biberach, Ma’alot un’amicizia che dura da cinquant’anni

Edi Penna

 

1966, la missione Oltralpe del sindaco Giraudi

 

Il l gemellaggio è un legame che unisce in uno spirito d’uguaglianza le popolazioni di due o più città di paesi differenti, e favorisce il contatto tra persone, scambi di idee, prodotti e tecniche. Questa citazione, tratta dalla Carta dei comuni adottata nel 1957 dalla Federazione mondiale delle città gemellate, illustra compiutamente il gemellaggio tra Asti e le città di Valence, Biberach e Ma’alot Tarshiha che in questi lunghi anni hanno vissuto una profonda amicizia, creando innumerevoli occasioni di incontri sportivi, culturali e tra associazioni. La storia di questo legame ha esattamente cinquant’anni: era il 25 settembre 1966 quando in piazza San Secondo centinaia di astigiani parteciparono alla solenne cerimonia che sanciva il patto di gemellaggio con Valence. Eppure, soltanto un anno prima, la città guardava addirittura oltreoceano: nel 1965 fu infatti presa in considerazione una prima ipotesi di gemellaggio con la città californiana di Delano, ma l’idea fu ben presto scartata. La distanza era eccessiva e non era credibile, considerati i costi e le difficoltà dei trasporti, pensare di realizzare in concreto iniziative che andassero al di là di simboliche cerimonie. Quindi il Comune di Asti si rivolse al Consolato francese di Torino, dal quale venne l’indicazione della città di Valence che per dimensioni, posizione geografica, struttura economica e sociale, parve subito adatta: situata nel dipartimento della Drome, sulla riva destra del Rodano, la città francese conta 70 000 abitanti. La sua economia è caratterizzata da industrie alimentari, metalmeccaniche, tessili e del legno. E così come ad Asti, il centro storico conserva il suo aspetto medievale con strade strette, numerosi monumenti e luoghi di culto.

Nella primavera del 1966 il Sindaco Giraudi e l’assessore Berzano compirono un primo viaggio privato Oltralpe, che ebbe esito positivo, dando vita ai primi contatti ufficiali. I dettagli del gemellaggio con la città francese furono concordati in un incontro a Chambéry tra una delegazione di Valence, capeggiata dall’allora Sindaco Perdrix, e una italiana, guidata dall’Assessore Graziano. Nel frattempo, nella seduta del 28 giugno 1966 il Consiglio Comunale di Asti aveva deliberato all’unanimità il gemellaggio Asti-Valence. In questo contesto non si possono non ricordare i rapporti che dieci anni dopo, nel 1976, intercorsero tra il Comune di Asti e quello di Bellinzona nel Canton Ticino, soprattutto per merito degli allora presidente e direttore dell’Ente Provinciale per il Turismo di Asti, Angelo Marchisio e Francesco Argirò. In un primo momento, tutto lasciava intendere che si sarebbe arrivati a stringere un nuovo rapporto di amicizia.

Nel corso dell’iniziativa “Asti saluta Bellinzona”, all’inizio di maggio 1976, la corposa delegazione svizzera guidata dal vicesindaco Giollo fu accolta con tutti gli onori. Nel corso delle festività di San Secondo, gli ospiti offrirono l’olio per la lampada che arde nella cripta del Santo, durante la messa solenne in cui il sindaco dona il Palio alla Collegiata. Fu poi tenuto a Palazzo Mazzetti un convegno su Giuseppe Maria Bonzanigo, l’illustre ebanista nato a Bellinzona ma operativo soprattutto ad Asti. Nella piazza davanti al Municipio, i gruppi folkloristici e musicali di Bellinzona si esibirono davanti alla folla per sancire il pieno successo della manifestazione. L’incontro fu ripetuto nel Canton Ticino nel corso dell’iniziativa “Bellinzona saluta Asti”, cui partecipò una folta delegazione astigiana. Ma la formalizzazione del gemellaggio tra le due città non arrivò mai. In giunta non tutti erano d’accordo, e con rammarico del Sindaco Vigna, i rapporti ufficiali non proseguirono oltre.

 

Cittadini di Ferrere con il sindaco Silvio Tealdi ospiti lo scorso febbraio a La Francia, in Argentina

L’amicizia con i tedeschi nata con il coro di San Domenico Savio

 

Nel frattempo, Valence aveva stretto un rapporto di amicizia con Biberach an der Riss. Il gemellaggio tra francesi e tedeschi divenne ufficiale nel 1976, ed era destino che anche Asti dovesse essere coinvolta. Nel 1973 infatti padre Paolo Pfaff era già venuto da Biberach ad Asti alla ricerca di una corale da gemellare con il coro della chiesa di San Martino. Fu indirizzato alla parrocchia di San Domenico Savio, gli accordi furono immediati e a luglio dello stesso anno arrivarono ad Asti i giovani cantori tedeschi, ospitati nelle famiglie. A settembre, le coriste di San Domenico Savio andarono a loro volta a Biberach. Fu un successone. Il gemellaggio fra queste due parrocchie, a distanza di anni, resta ancora vivo e si rinnova ogni anno. Invece i rapporti fra i rappresentanti delle istituzioni di Asti e di Biberach iniziarono più tardi e furono propiziati dagli incontri che gli uni e gli altri avevano con la loro città gemella francese, il che permise di conoscersi reciprocamente e di prospettare sviluppi futuri nelle relazioni fra le due città. Caso vuole che sia stato il vino a propiziare il legame: al termine di una cerimonia in una cave di Valence, nel corso della quale il vice Sindaco di Biberach e l’allora Sindaco di Asi Vigna avevano ricevuto l’investitura di “cavalieri del vino”, si iniziò a parlare di gemellaggio tra le due città. Rispetto ad Asti e Valence, Biberach an der Riss è una comunità decisamente più piccola. Con 30 000 abitanti, si trova nell’alta Svevia, nel sud del Baden-Wurttemberg. È attraversata dal fiumicello Riss, dove interventi di recupero ambientale hanno stimolato il ritorno del castoro – in tedesco “biber” – simbolo della città. Viva, attraente e ricca di tradizioni, allo stesso tempo è un centro commerciale e industriale con imprese di grandi dimensioni, in particolare nel settore chimico farmaceutico e meccanico. Chi volesse visitare Biberach, non deve perdere la chiesa di San Martino. Si tratta di un caso del tutto particolare, unico in tutta la Germania occidentale, in quanto viene utilizzata contemporaneamente da entrambe le confessioni religiose: la cattolica e la protestante. Degno di interesse è il museo Brait-Mali e la Stadthalle, luogo in cui si svolgono congressi e rappresentazioni teatrali.

Inaugurazione del parco Biberach nel 1983 con il sindaco Guglielmo Pasta e l’omologo tedesco Hoffmann

È il 22 dicembre 1980 quando il Consiglio comunale di Asti approva all’unanimità il gemellaggio con gli amici tedeschi. Il primo incontro ufficiale avviene sei mesi più tardi, in occasione della tradizionale Schutzenfest. La sveglia suona prestissimo il 29 giugno: il sindaco Vigna, ospite insieme a una folta delegazione astigiana, viene salutato alle 6.30 dalle allegre note della banda musicale di Biberach. Nel corso della giornata si susseguono le cerimonie: la firma tra Vigna e il sindaco – o meglio, Oberbürgermeister – Claus-Wilhelm Hoffmann, poi lo scambio di saluti nel teatro cittadino e infine l’intitolazione ad Asti (Astiallee) di metà della strada prima intitolata in tutta la sua lunghezza all’altra città gemella (Valenceallee). Le celebrazioni proseguono poi ad Asti dal 17 al 20 settembre 1982, in occasione del Palio. La firma del patto di gemellaggio viene apposta dal nuovo Sindaco Pasta per Asti e da Hoffmann per Biberach; i due primi cittadini si spostano poi nel parco di via Corridoni per intitolarlo alla nuova città gemella.

 

Gemellaggi: dalla Francia all’Argentina

Con Ma’Alot Tarshiha rimane un rapporto a distanza

 

Più complesse invece le vicende che portarono al gemellaggio con Ma’aloth Tarshiha, la terza città gemellata con Asti. A novembre del 1998, in Comune si discuteva il conferimento della cittadinanza onoraria ad Amos Luzzato, già chirurgo all’ospedale di Asti e consigliere comunale tra i banchi del Pci (i cittadini onorari di Asti sono elencati sul numero 9 di Astigiani, ndr). La richiesta, accettata dal Sindaco Luigi Florio, venne anzi rilanciata, proponendo la creazione di un gemellaggio con una città israeliana, a suggello della memoria storica e del desiderio di pacificazione dell’area medio-orientale. Se la decisione su Luzzato fu presa dopo non poche discussioni, la delibera sul gemellaggio fu invece votata all’unanimità. Successivamente l’ambasciata israeliana individuò la città di Ma’alot Tarshiha e il gemellaggio fu suggellato il 19 dicembre 2000, con una cerimonia ufficiale che avvenne a Palazzo Ottolenghi, alla presenza delle autorità cittadine e del rabbino capo della comunità ebraica di Torino.

Dicembre 2000, i sindaci Florio e Shlomo Buhbut alla cerimonia del gemellaggio Asti-Ma’alt Tarshiha

Ma’Alot Tarshiha è una cittadina di 20 000 abitanti nel cuore della Galilea occidentale, a 600 metri sul livello del mare. Soprannominata “la Svizzera della Galilea” per la sua bellezza, si distingue per il moderno sistema di istruzione, l’avanzato sviluppo economico e l’alto tenore di vita della comunità. Ad anni di distanza, il gemellaggio con Ma’alot Tarshiha ha certamente saputo esprimere un sincero slancio verso i temi della fratellanza, della pace, dell’amicizia tra i popoli che costituiscono il naturale obiettivo di questo tipo di legame. Purtroppo la distanza geografica non ha favorito i rapporti, ridotti nel corso del tempo a incontri tra delegazioni ufficiali e autorità piuttosto che tra giovani, membri di associazioni e soggetti a diverso titolo coinvolti in attività di scambio.

Continua invece a essere proficuo il rapporto con Valence e Biberach, ricco di molteplici iniziative; fra le tante esperienze avviate, è stato per molti anni significativo lo scambio tra scuole medie inferiori e superiori di Asti e provincia, che ha rappresentato al meglio lo spirito del gemellaggio: desiderio di conoscersi, apprezzamento delle reciproche culture di provenienza, amicizia e collaborazione. Il legame ha lasciato una traccia in generazioni di ragazzi, studenti, cittadini e amministratori coinvolti nei rapporti di gemellaggio. Squadre di nuoto, corali, club di motociclisti, squadre di calcio, alpinisti hanno viaggiato tra Francia, Germania e Italia grazie a un’infinità di iniziative culturali, convegni, concerti, esposizioni fotografiche. Come capita in molte amicizie, molti appuntamenti sono diventati una piacevole abitudine.

Il sindaco Giraudi inaugura la Fiera di Valence in occasione del gemellaggio con Asti nell’aprile 1967

Ad esempio i mercatini allestiti nei centri storici di Valence e Biberach, che hanno favorito la conoscenza e la diffusione dei prodotti tipici locali; ormai celebre il mercatino di Natale a Biberach, dove la città di Asti partecipa da anni con una bancarella di prodotti tipici allestita nella piazza centrale della città ornata da luci e decorazioni luminose, ove risuonano le musiche di Natale e nell’aria si diffondono i profumi di cannella e vin brulè. E oltre ai momenti di festa, i gemelli si sono visti anche nei momenti del bisogno. Quando Asti è colpita dall’alluvione del 1994, tra i primi volontari ad arrivare si segnalano un gruppo con idrovore da Biberach e camion di aiuti da Valence. Per programmare, organizzare e coordinare le varie iniziative atte a rendere più funzionali le attività di gemellaggio, nel 1998 la Giunta Bianchino istituisce la Consulta gemellaggi del Comune di Asti.

Ad affiancarla, c’è oggi l’associazione Asti in amicizia, che si occupa dei rapporti con le città gemelle di concerto con il Comune di Asti ed è formata da alcuni componenti che offrono volontariamente la loro disponibilità ad accogliere nelle proprie abitazioni i francesi e tedeschi in occasione delle varie manifestazioni, partecipando attivamente alle varie attività.   

L'AUTORE DELL'ARTICOLO

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Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

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