giovedì 24 Ottobre, 2024
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Insegne senza Ruggine

Profumo di caffè all’antico bar Povero di San Damiano

Un locale dell’Ottocento dove è passata anche la regina del Belgio

 

Una, anzi due bustine di zucchero. «A me piace così: dolcissimo». Gira il cucchiaino nel caffé. Si vede che è abituata a stare dall’altra parte del bancone, non seduta al tavolino del bar. Enzina Sarti racconta la storia del “suo” locale, il Bar Povero, oltre cento anni di vita sotto i portici di San Damiano d’Asti. Quei portici bassi che fanno da arteria principale della cittadina fondata nel 1275 che mantiene ancora  nettissimo lo schema dell’accampamento militare. Se fossimo in epoca romana i portici correrebbero lungo il “Decumano” e racchiudono secoli di vita e di incontri. Un caffè pasticceria che ha visto passare tutta la grande borghesia del XX secolo, anche l’ex regina del Belgio, la principessa Paola di Liegi quando veniva a trovare i suoi parenti alla tenuta degli Alfieri a San Martino.  «Per me fu un’emozione – racconta Enzina. Ho vissuto i primi vent’anni della mia vita in Belgio: mio papà lavorava nel distaccamento Fiat a Waterloo e la mamma lo seguì. Vedere di persona la mia regina tanti anni dopo a San Damiano, mi ha davvero commossa» Alle pareti la boiserie originale di fine 800, tende arancioni drappeggiate a volant, una scritta antica del Vermouth di Torino Ballor Antica Grande Marca 1856. L’odore del caffè e in un angolo alcuni libri che si possono prendere in prestito. Scaffali e specchi. «Il locale nacque come torrefazione – racconta la signora Enzina – Ora teniamo il caffè Vergnano: quando inaugurammo la nostra gestione, è venuto il signor Vergnano in persona a scegliere le diverse miscele da mettere nel macinacaffè per fare l’espresso». «Un tempo era una caffetteria da gente agiata, nonostante il nome dell’insegna. L’aprì la famiglia Povero e porta ancora il loro cognome. Qui sopra vive ancora la maestra Lauretta Povero, la nipote». Nel racconto di Enzina aneddoti storici si alternano a episodi personali: «Porto il nome dell’arcivescovo di Matera Pier Vincenzo Cavalla, un astigiano che aveva sposato i miei genitori».  Prima di San Damiano, Enzina aveva una tabaccheria a Torino. Poi nel novembre 1998 la svolta: «Mia figlia Gabriella ha conosciuto suo marito che era di San Damiano. Ha le serre a San Pietro. E ci siamo trasferiti». Anche l’altra figlia, Raffaella, sposa un sandamianese: sua figlia, Matilde, 3 anni, ama stare dietro il bancone e da grande, dice, farà la barista. “È cambiato tanto il lavoro in vent’anni – racconta la signora Enzina – le famiglie venivano a fare colazione non dico tutti i giorni ma quasi. Oggi non è più così: chi ha figli, deve stare attento al budget familiare. Chiudiamo anche nell’ora di pranzo: ci sono molti meno uffici rispetto a un tempo». Continua Enzina: «Appena aperti, avevamo un laboratorio interno di pasticceria per fare i dolci e i gelati: negli anni, lo abbiamo chiuso e ci affidiamo a un bravo pasticciere». All’epoca il bar Povero aveva delle dipendenti, «Ora il lavoro è calato: gestiamo tutto in famiglia». La regina del Belgio non è stata l’unica celebrità a varcare la soglia del locale: “Abbiamo visto cantanti, attori e volti famosi: da Michele Santoro a Renato Pozzetto, a Bruno Gambarotta».  E locali come il bar Povero piacciono molto anche ai turisti che sempre più numerosi arrivano a San Damiano da Asti e dal vicino Roero che a sua volta gode del boom di enoturisti dell’Albese. Soprattutto gli stranieri trovano nel locale quell’atmosfera un po’ retrò da vecchio caffè torinese dove d’inverno è un piacere sorseggiare una cioccolata calda e nella bella stagione una bibita fresca o un gelato.  

 

Enzina Sarti con la figlia Gabriella gestisce il Caffè Povero dal 1998

 

Atmosfera d’antan nel locale sandamianese

 

Qui è nato il goloso Sandamianese

 

Una curiosità: a inizio Novecento nacque proprio qui nella Caffetteria pasticceria Povero la ricetta del Sandamianese, il dolce tipico di San Damiano, una specie di bacio di dama dal cuore di crema, al cioccolato e nocciole, racchiusi da una cialda preparata con nocciole, zucchero, cacao e albume. Una storia che continua.    

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