Se vivesse ai nostri giorni, Virginia Elisabetta Luisa Carlotta Antonietta Teresa Maria Oldoini Verasis Asinari sarebbe sulla scena political-gossip, affollata di curve femminili che ruotano intorno agli scranni dei potenti. Porterebbe però in dote l’intelligenza e l’arguzia, oggi non sempre richieste.
Anche la sua figura fisica va considerata con i parametri estetici di allora e i canoni di quell’epoca: il suo corpo, definito una “statua di carne”, era piccolino e aveva forme arrotondate, con mani e piedi minuti, che erano oggetto di adorazione, capelli neri, occhi grandi. La mitica Contessa di Castiglione fu considerata la donna più bella d’Europa nella metà del diciannovesimo secolo. Nata a Firenze nella primavera del 1837, svela presto il carattere brillante e frequenta molto La Spezia, patria paterna e luogo da lei amato per tutta la vita. Ma il suo destino la porterà presto in Piemonte. Nel 1854 a soli 17 anni va in sposa, senza alcun sentimento, a Francesco Verasis Asinari, conte di Costigliole d’Asti e Castiglione Tinella, già vedovo e di 11 anni più anziano di lei. È un matrimonio combinato che consente alla giovane sposa di entrare alla corte sabauda e di diventare ben presto protagonista dei salotti da Torino a Parigi, muovendosi tra la mondanità con grande fascino e astuzia. La storia conferma che fu una pedina importante sullo scacchiere politico mosso da Cavour. Una protagonista che con le armi della seduzione ha offerto un prezioso contributo alla causa piemontese di unità nazionale. Il suo è stato un ruolo “collaterale” e quindi poco riscontrabile nella documentazione storica ufficiale, ma non per questo meno decisivo. Riuscì ad ammaliare l’imperatore dei francesi e la prima notte trascorsa in compagnia di Napoleone III è racchiusa in quella seducente vestaglia di seta verde indossata per l’occasione da Virginia: una delle icone della sua vita, tanto che lei avrebbe voluta averla nella sua tomba, desiderio che non è stato esaudito.
I possedimenti acquisiti da Virginia con il titolo nobiliare del marito la portano quindi a Costigliole d’Asti e a Castiglione Tinella, luoghi che la Contessa ha modo di conoscere in occasione dei viaggi intrapresi in seguito al suo matrimonio. Il castello di Costigliole d’Asti la accolse per un periodo indefinito, forse proprio quando era incinta del figlio Giorgio, nato nel marzo del 1855. Tuttora, in un’ala privata del maniero oggi di proprietà comunale, esistono gli appartamenti e il teatrino fatto costruire per lei dal conte Francesco. Del maniero di Castiglione Tinella non è rimasto più nulla: la casaforte era già stata quasi interamente abbattuta dagli Spagnoli nelle guerre del diciassettesimo secolo e al casato restarono i terreni. La vita matrimoniale si rivelò un fallimento. Il conte Francesco, deluso e indebitato per pagare i capricci della moglie, si separò dalla Castiglione e perse la vita in un tragico incidente nel 1867. La coppia ebbe un figlio, Giorgio, che morì di malattia alla giovane età di 24 anni. Un destino di dolore che la contessa mitigò pubblicamente con il suo intenso vivere da protagonista della scena e del glamour, ovunque andasse. Le apparizioni, gli splendidi abiti e l’avvento della fotografia, che la affascinava, la consacrarono come una icona del costume di quegli anni. Nei suoi “territori” non arrivavano gli echi delle tresche amorose, dei calchi in gesso del suo corpo spediti agli amanti e dei codici cifrati che interpretavano azioni e prestazioni. Era un altro mondo, segnato dal trascorrere delle vendemmie.
Storicamente i nobili Verasis Asinari hanno sempre avuto un buon rapporto con i loro territori e i loro abitanti, ma qui la pubblica scoperta di questo affascinante personaggio è relativamente recente, nei decenni dopo la sua morte, avvenuta a Parigi nel novembre del 1899. Le immagini degli ultimi anni di vita della Contessa raccontano l’inaccettabile decadenza di una grande bellezza avvolta ormai dal nero di una depressione che la portò a far coprire ogni specchio di casa per nascondere la verità del tempo che era passato. Ma lo splendore di Virginia non si è mai spento. Il Premio Grinzane, l’ingordo movimento culturale che ha avuto a Costigliole, terra natale dei fratelli Soria, uno dei “motori” del gorgo, si era occupato negli anni scorsi del personaggio, tanto da arrivare a proporre di trasferire proprio a Costigliole la sua tomba che continua invece giustamente a sostare nel grande monumentale cimitero Père Lachaise di Parigi. Qualcosa comunque riuscì a muovere: pare infatti che l’originaria lapide del sepolcro sia giunta a Torino, dove probabilmente giace ormai da anni in qualche polveroso sottoscala. Ma, al di là della tomba, resta il fatto che a Costigliole e Castiglione non si abbandona la memoria della Contessa. La nobile figura ancora appare interpretata da bellezze contemporanee in carnevali e rievocazioni storiche. A lei sono intitolati il Parco della Contessa a Costigliole d’Asti e la Terrazza Virginia a Castiglione Tinella, dove si è mosso il popolo femminile per cucire e ricamare una copia dei tanti splendidi abiti da lei indossati: la regia è di Lorella Morando che il personaggio lo studia, lo veste e anche lo dipinge. Tutta la parte artistica – defilés compresi – dell’evento estivo castiglionese “Virginia day” è opera sua e di Laura Manzo. Il personaggio offre riferimenti anche all’enogastronomia del territorio: citata su etichette di vini e ispiratrice delle dolci “Contessine”, biscotti con le nocciole delle Langhe creati dai produttori castiglionesi per accompagnare il Moscato d’Asti. A Costigliole le “Donne del Vino” l’hanno scelta come simbolo di femminilità e dinamismo. Una figura fuori dal tempo che lascia ancora un suadente profumo nei luoghi dove è vissuta.
Per saperne di più:
Fermo Cerutti, Castion, Pieraldo Editore
Arrigo Petacco, L’amante dell’Imperatore, Mondadori
Amedeo Pettenati, La belle des belles, Neos Edizioni Storia
Tersilla Gatto Chanu, Le Grandi Donne del Piemonte, Newton Compton Editori