Conosciuto come il Rabbi di Asti, Paolo De Benedetti è stato poeta, editore, biblista, docente, traduttore e teologo tra i protagonisti del dialogo ebraico-cristiano.
Un suo allievo ed amico ne delinea qui la complessità del profilo intellettuale e umano. Una sapienza tutta da esplorare che fa, di Paolo De Benedetti, un classico contemporaneo. I temi trattati tutta la vita da Paolo: il rapporto fra ebraismo e cristianesimo, il dolore, di Dio e dell’uomo, la sofferenza degli innocenti.
Era affascinante la parola di PDB, ci manca. Semplice, diretta, critica e autocritica in una sala silenziosa e attentissima.
Lo ritroviamo in questo libro. Massimo Giuliani fu allievo e grandissimo amico di Paolo, insieme scrissero saggi ed è quindi capace, e vuole, con tutta la stima, mostrare PDB nella sua verità e nei suoi interrogativi.

A chi glielo chiedeva, se era cristiano o ebreo, Paolo rispondeva «Dipende dai giorni».
Al sabato frequentava i riti ebraici, la domenica andava a Messa. Non è autoironia, scrive Massimo Giuliani: «Dobbiamo accostarci alla questione dell’identità di Paolo come coesistenza di contrari, o solo di diversi religiosi, apprezzando in questo caso
più la fecondità dell’ibrido che la sterile bellezza del puro.»
Altro grande tema il dolore, la sofferenza di tutte le creature, degli uomini e di Dio. Sorge la domanda: Quale Dio? titolo di un volumetto sofferto e, in qualche modo, terribile. Come può Dio permettere il troppo male della terra? Il primo a soffrire del
male nel mondo è Dio, che grida “Consolatemi, consolatemi o popolo”. Paolo ha scritto la poesia A Martino, un suo gatto volato in cielo e gli dice: …Come pregare il Re:/un re come te zoppo…Per consolarlo,/salga la nostra tenerezza/affidata al tuo sguardo/e a una tua carezza.
Quando si dice: osare in Teologia.

Benedetti, Massimo Giuliani, Morcelliana, Brescia, pp. 150, 14 euro