Se c’è un ricordo impossibile da dimenticare, è quel 6 novembre 1994. «C’era un metro e mezzo di melma. Tutto da buttare. Non avevamo più nulla. L’acqua si è portata via persino la cella frigorifera del magazzino. E non sapevo che fine avessero fatto le mie terre, tutti i miei orti. Ero disperato.» Natale Molinari fa una pausa e poi riprende: «Sette giorni esatti e abbiamo riaperto con l’aiuto di tanti grandi amici».
I giorni dell’alluvione sono ancora una memoria vivida in quella bottega del centro storico di Canelli, in via XX Settembre. Si chiama “Le Primizie di Franca e Luca”, dal nome della moglie Franca Cane e del figlio Luca. Ha aperto nel 1970. Il 6 gennaio. «Era un martedì – ricorda Franca – giorno di mercato a Canelli: incassammo 9.100 lire.» All’inizio erano solo due piccoli locali ricavati da due volte a botte in mattoni a vista, accanto al negozio di tessuti Abites.
La signora Tina Rivetti, la verduriera, aveva ceduto l’attività al giovane. Lei era lì già da tanti anni. «Le portavo fagiolini, zucchini e insalata – racconta Natale – i miei genitori Stefano e Marina avevano gli orti a Santo Stefano Belbo. Anch’io avevo proseguito l’attività della mia famiglia e facevo l’ortolano. Andavo a vendere in piazza e servivo i negozi della Valle Belbo.» Poi la scelta di aprire il negozio. «Quest’anno sono 47 anni – dice Franca – non solo di negozio ma anche di matrimonio. Quattro giorni dopo l’apertura del negozio, il 10 gennaio, un sabato, ci siamo sposati.» «Erano gli Anni 70 di una Canelli in crescita – racconta Natale – un momento d’oro per le Case spumantiere ma anche l’inizio dello sviluppo dell’enomeccanica.
Non c’erano i supermercati e all’epoca i signori di Canelli andavano a comprare le primizie in città, ad Asti o a Torino. Cominciai a vendere anch’io le primizie: le fragole fuori stagione arrivavano da Israele. E la frutta esotica: il mango, le papaye, l’ananas. Durante le feste natalizie portavo sempre qualcosa di nuovo.» Ma l’attaccamento per la sua terra non è mai venuto meno: «Avevo e abbiamo tanti prodotti locali: le pesche e le albicocche che vengono coltivate nella zona di Castellinaldo, le mele e le pere arrivano dall’Alta Langa. Ancora oggi ci riforniamo dagli ortolani della zona: crediamo nella filiera corta dei prodotti di stagione».
Il ricordo più bello è del 1997: «Quando abbiamo inaugurato l’allargamento dell’attività nei locali che erano dell’Abites: è stata la più grande soddisfazione» ricorda Franca, figlia di Giovanni Cane di Mango, che fu uno dei più conosciuti commercianti di bestiame della Granda. Nel 1988, a 16 anni, arriva anche il figlio Luca. È con le sue nuove energie che si amplia l’offerta del negozio: «Abbiamo tutte le tipologie di olio extravergine d’oliva dalla Liguria alla Sicilia, le migliori selezioni di riso, la pasta all’uovo, la pasta di Gragnano, le farine di qualità del mulino Marino, la vera polenta Ottofile della Cascina delle Grazie, le Lingue di Suocera e i grissini di Fongo».
E cresce ancora l’attenzione per i prodotti di qualità: «Abbiamo tanti presìdi Slow Food: dall’aglio di Nubia ai cardi gobbi del cardologo nicese Claudio Vaccaneo. Il latte alla spina di Cascina Robba di Cassinasco e una selezione di robiole di Roccaverano di tanti produttori. Il venerdì arrivano le mozzarelle fresche dal Salernitano». Girando per il negozio si trovano molte verdure curiose: dalle carote nere al pak choi, il cavolo molto utilizzato nella cucina asiatica. E ancora l’insalata rosa di Padova, le erbe aromatiche, le ortiche fresche, le ajucche, ceste di erbe aromatiche, tante spezie, ma anche i peperoni “smujà” sotto la vinaccia.
Si vende anche sfuso il Caffè Romoli, antica torrefazione genovese. «Tanti clienti canellesi sono stranieri di origine e sanno che da noi possono trovare ortaggi per la preparazione dei loro piatti tipici.»
Nel 2004 Luca diventa sommelier e introduce un’area enoteca con un’accurata selezione di vini: «Tanta Barbera, Moscato e i vini di Langa, Barolo, Barbaresco e Alta Langa che piacciono agli stranieri.» Il negozio è molto apprezzato non solo dai canellesi ma anche dagli stranieri: «Comprano principalmente nocciole, tajarin, robiole, vino, riso, funghi secchi e, in stagione, le trifole, quelle che troviamo papà e io.» Padre e figlio condividono una passione: la ricerca dei tartufi con la cagnolina Lila.
Natale è anche un appassionato cercatore di funghi. Un hobby che cerca di praticare tra i suoi tanti impegni, non ultimo quello di cantante dei Pijtevarda, conosciuto gruppo musicale di folk astigiano. «Non abbiamo risentito dell’avvento della grande distribuzione: la nostra politica è fare qualità al prezzo giusto.» Ma conta anche essere sempre aperti, domenica mattina compresa. Racconta Franca che arriva in bicicletta in negozio: chiude alle 13,30 e alle 14,30 è già di nuovo aperto. Conta respirare tutta quell’umanità di una bottega che guarda al futuro.