Riccardo è nato ad Asti in primavera: il 25 marzo 1998, gli alberi da frutta erano già fioriti, ma il giorno prima una nevicata aveva ricoperto tutto di bianco. La sua passione per la danza è germogliata come il grano sotto la neve ed è sbocciata a 10 anni, quando in una recita scolastica ha improvvisato il suo primo balletto.
A 14 anni Riccardo è entrato all’Accademia dell’Opera di Vienna con una borsa di studio, ora coltiva il suo giovane talento alla Scuola di ballo dell’Accademia Teatro La Scala di Milano, dove si è formato Roberto Bolle, étoile del corpo di ballo scaligero.
«È stato un bambino molto sensibile, prudente e affettuoso – ci confidano mamma Rosanna e papà Renato. Grande osservatore, poco incline ai giochi di forza e alla competizione, ha sempre avuto una grande creatività e una buona manualità. I suoi giochi preferiti erano quelli che gli permettevano di “creare”: pongo, colori, stoffa, fili colorati con i quali creava bizzarri travestimenti. Era molto attratto dai balletti che vedeva in televisione». Una vocazione alla Billy Elliot, il protagonista del bel film inglese che racconta la storia vera di un ragazzo appassionato di danza, che superando pregiudizi e difficoltà arriva a essere un grande ballerino.
In casa Boero, la vocazione di Riccardo è invece capita e assecondata. Dopo aver frequentato qualche corso di ginnastica artistica, pattinaggio sul ghiaccio e hip hop, a 10 anni, incoraggiato dalle sue maestre, si iscrive al My Day Academy e inizia un corso di danza classica. In poco tempo passa da un corso base a quelli più avanzati. «Sandra Scala, direttrice artistica del My Day Academy, e gli insegnanti ci hanno segnalato subito la sua grande predisposizione per la danza classica. Noi genitori eravamo felici che potesse fare un’attività fisica che lo coinvolgesse così tanto. Molto presto le lezioni di danza hanno preso il sopravvento su ogni altra cosa, una delle frasi più frequenti da quel periodo in poi è stata: “non posso, ho danza!”». In terza media, Riccardo partecipa al suo primo concorso. Nella giuria è presente la direttrice dell’Accademia dell’Opera di Vienna che, intuendo il talento nascente, gli offre una borsa di studio. «Non è stato facile decidere di andare a studiare in un’altra città, ma si trattava di una buona opportunità, al momento giusto, alla fine di un ciclo, perciò incoraggiati da Sandra Scala (preziosa mentore di Riccardo), abbiamo intrapreso questa nuova avventura», raccontano mamma e papà.
Riccardo si è ritrovato immerso in una nuova realtà, il convitto, l’accademia, la scuola in tedesco. Il primo anno, per agevolare l’inserimento nel nuovo ambiente e mitigare il distacco, mamma Rosanna si trasferisce con lui a Vienna pronta a intervenire in caso di necessità. Dal secondo anno, Riccardo se la cava da solo. Un’esperienza molto formativa e di crescita, estremamente positiva: conquista maggiore autonomia, maturità, forza e, particolare non trascurabile, padronanza della lingua tedesca. Un plus non di poco conto per le future esperienze scolastiche e professionali. Nel corso del 2014 grazie a Sandra Scala, Riccardo ha l’opportunità di frequentare uno stage con il direttore della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano che, notate le doti, lo invita a presentarsi all’audizione. Superata la selezione, Riccardo lascia Vienna per entrare a far parte di una delle più prestigiose accademie d’Europa, vivaio di étoiles internazionali, da Carla Fracci a Roberto Bolle.
Come tutti i ragazzi che studiano danza classica, Riccardo ha una giornata molto impegnativa. Al mattino le lezioni in Accademia e nel tardo pomeriggio le lezioni al liceo linguistico che terminano dopo le 21. «I ritmi sono serrati – racconta Riccardo –, di tempo libero ne rimane davvero poco, i momenti di stanchezza si fanno sentire spesso, ma, fra alti e bassi, la passione per la danza continua ad avere il sopravvento nella mia vita». Prima di salire sul palcoscenico «la paura di sbagliare è fortissima – confida il giovane ballerino –, le mani sono gelate e il cuore batte a mille, ma quando la musica parte, il desiderio di danzare e di donare emozioni ha la meglio. Sul palcoscenico sento di essere al posto giusto, il mio posto giusto. Sogno di trasformare la mia passione in professione, anche se so che non è una vita facile». Primo ballerino alla Scala? «Chissà, in questo momento faccio veramente fatica a vedermi in quella veste, so che ho ancora moltissimo da imparare». Roberto Bolle, étoile della Scala, è uno dei punti di riferimento artistici di Riccardo: «Purtroppo non ho ancora avuto l’onore di incontrare personalmente Roberto Bolle, anche se sono andato ad assistere a diversi suoi spettacoli. Spero si presenti presto l’occasione. Ogni ballerino ha caratteristiche diverse, alcuni esprimono forza, altri eleganza e leggerezza. Oltre a Bolle, stimo moltissimo Greig Matthews, Leonid Sarafanov, Marianela Nunez, Svetlana Zakharova, Sylvie Guillem, Nicoletta Manni e molti altri». Asti è sempre nel cuore: «Qui sono miei ricordi da bambino, i miei cari e i miei amici, sono molto legato alla mia terra». Non resta che aspettare l’occasione di vederlo volteggiare sul palcoscenico del Teatro Alfieri.
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