giovedì 21 Novembre, 2024
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A Isola il centro congressi senza congressi

L’ex cantina sociale recuperata per le Olimpiadi del 2006: 2 milioni di spesa. Un restauro al buio

Il silenzio assordante è intervallato dall’eco di passi solitari. Le sale dischiudono una raffinata sobrietà, di quelle che non si possono esibire ma di cui si è intimamente consapevoli. In dieci anni, qui, le ambizioni non sono mancate. Del resto, dopo un restyling da 2 milioni di euro, la struttura della vecchia cantina sociale ha tutte le ragioni per avanzare delle pretese. Da luogo dove arrivavano i carri trainati dai buoi carichi di bigonce d’uva a centro di sviluppo turistico prima, tempio della cultura multietnica poi, Palacongressi oggi. Ma solo sulla carta. La cantina non c’è più. Sul sito il Comune di Isola lo presenta come “luogo innovativo e tecnologico per celebrare, insieme, il culto dell’amicizia e dell’ospitalità”. Al di là delle molteplici accezioni che il termine “culto” può solleticare, una cosa è certa: l’ex Cantina Sociale di Isola è di fatto un contenitore vuoto. A differenza di altre strutture pubbliche che hanno assorbito come idrovore milioni di denaro senza arrivare al completamento del progetto e lasciando spazio al degrado (si veda Verba Volant di Astigiani 15 dedicato alla ex Villa Badoglio di San Marzanotto) il caso di Isola appare diverso. Qui i lavori recupero della vecchia cantina sono stati fatti. Non sono mancate le idee di utilizzo, anzi se ne sono avute perfino troppe, e nessuna in grado di dare un senso concreto all’operazione. 

Immagini della ex cantina sociale di Isola d’Asti, così come appare oggi dopo i restauri.

 

Il salone per conferenze ipertecnologico quasi sempre vuoto

 

La struttura di 5600 metri quadrati, di cui 650 al coperto con una sala conferenze da 150 posti, è nata sulle ceneri della cantina sociale “San Pietro”, inutilizzata da decenni, dopo la crisi dell’enologia cooperativa in zona la cui struttura fatiscente e semidiroccata fu comprata dal Comune di Isola nel 1999. Il recupero del Centro è stato pagato con un consistente finanziamento (1.400.000 euro, il 70 per cento dell’importo totale) destinato alle opere collaterali dei XX Giochi Olimpici di Torino 2006. Alla realizzazione del progetto, dell’architetto Ugo Bruno, studio Ata di Torino, ha contribuito il comune di Isola con 600 mila euro. Fu un’idea dell’allora sindaco Erildo Ferro che intercettò i fondi statali e intuì la possibilità di trasformare la vecchia cantina in un luogo di eventi e incontri all’incrocio con la strada per Canelli e Nizza da un lato e per Costigliole dall’altro. «L’idea era ed è buona, ma ci voleva impegno e continuità nelle scelte amministrative», commenta oggi Ferro. Dieci anni dopo le Olimpiadi, il “Centro servizi per lo sviluppo turistico di qualità e sala congressi a servizio dell’Unione Collinare Valtiglione e \del Sud dell’Astigiano” (questa era la dicitura con cui a Isola sono arrivati i soldi dei Giochi) conta grandi spazi, suddivisi su due piani (con ascensore), per mostre ed eventi, promozione di prodotti locali,  infopoint e sala conferenze, intitolata al deputato Dc Giovanni Sodano: “insigne cittadino di Isola e benemerito promotore della classe rurale astigiana”, come recita la targa. Un legame, quello della famiglia Sodano con Isola, che il figlio, il cardinale Angelo Sodano, ha voluto rinsaldare, dando la propria disponibilità a donare volumi della sua biblioteca privata al Palacongressi. Un’offerta rimasta finora “sospesa”, tanto che ora, l’ex segretario di Stato del Vaticano pare essersi indirizzato per il suo prezioso dono di volumi, molti dei quali autografati dai Papi, verso la restaurata biblioteca del Seminario vescovile di Asti, dove egli stesso studiò prima di essere destinato a Roma e poi alla diplomazia vaticana (vedi Astigiani n. 14 del dicembre 2015). Ma torniamo alla ex cantina di Isola. Ciò che sorprende del recupero è in particolare la sala congressi, che si apre sui prati grazie a una grande vetrata laterale. C’era, pare, un progetto per edificare su quell’area verde una serie di villette a schiera, ma la crisi dell’edilizia ha allontanato il pericolo di altro consumo di suolo agricolo. Il salone, capace di 150 posti, è dotato di comode poltrone, lungo bancone per gli oratori, impianto audio e video, salette per la traduzione simultanea. Insomma, una opportunità inutilizzata  o perlomeno decisamente sottoutilizzata. Il giardino che corre lungo tutto il perimetro profuma di fresco, l’erba appena rasata, aiuole colorate degne della copertina di una rivista di giardinaggio. Della manutenzione delle aree verdi si occupa gratuitamente una ditta di Isola, in cambio di qualche cartello pubblicitario che campeggia all’ingresso della struttura.  È un Palacongressi in piena regola, di quelli che non hanno nulla da invidiare alle sale convegni più blasonate. Nulla, tranne una cosa: il pubblico. 

 

Si sono inseguite molte idee dal centro d’arte al meeting per criminologi

 

Quel via vai di persone che rende un luogo animato, vivo, accogliente.  Il Centro sorge a due passi dal centro e si affaccia sulla provinciale 456 Asti-mare a poche centinaia di metri dalla sede tecnica del Consorzio di tutela dell’Asti docg, con la grande e discutibile A in cemento armato voluta dal’architetto Salva Garipoli. Isola è un paese facilmente raggiungibile dall’autostrada, a una manciata di minuti dal capoluogo. C’è una buona offerta turistica con hotel e ristoranti, uno è anche stellato. Eppure qualcosa per far rivivere l’ex cantina sociale non funziona. Il cancello è quasi sempre chiuso, fatta eccezione per qualche sporadico meeting, come quello del Forensic Lab, un laboratorio nazionale di scienze forensi e criminologiche di cui fa parte anche l’attuale primo cittadino Fabrizio Pace, che ha dovuto far affrontare al Comune notevoli spese per il mantenimento della struttura, dal riscaldamento ai servizi. Solo tre anni fa, sarebbe dovuto diventare un polo culturale, come aveva ipotizzato l’allora sindaco Franco Cavagnino, intenzionato a rilanciare l’ex cantina che fino a quel momento aveva ospitato solo i convegni di Fiori in Fiera e qualche iniziativa di Pro loco e Comune. Si ricorda anche la consegna del premio “Borello” da parte dell’azienda vinicola fratelli Massasso e la presentazione di qualche libro alla rassegna di Natale. Un po’ poco per una struttura il cui solo recupero è costato più di 2 milioni di euro. L’idea è stata anche quella di realizzare un “tempio della cultura multietnica” ospitando mostre di pittura e scultura di artisti da tutto il mondo (solo gli stranieri residenti sono oltre trecento) abbinati alla promozione di vini e prodotti tipici. Un progetto che avrebbe dovuto avere così una doppia valenza: favorire l’integrazione degli stranieri e promuovere e far conoscere il territorio e le sue colline, inserendo Isola anche in determinati circuiti turistici, proposti con pacchetti ad hoc. Insomma: il centro congressi, come “naturale porta d’ingresso del Sud Astigiano”, era una risorsa destinata a essere valorizzata.  Si era ipotizzata anche una sala d’arte con esposizioni permanenti. Era stato costituito un comitato scientifico composto da nomi noti nel mondo dell’arte e della cultura, capeggiati da Ottavio Coffano. Tutto pareva essere pronto per decollare, compresi gli studi tecnici di fattibilità, confidando in finanziamenti e sponsor che, invece, non sono arrivati.

 

Il Comune lo affitta a 150 euro al giorno ma non trova “clienti”

 

Ora l’annuncio, in vacanziero stile “Affittasi”, è sempre in vetrina sul sito del Comune che, con la nuova amministrazione, ha pensato di rivedere le tariffe. Al ribasso. Per i privati o le aziende che oggi vogliono una struttura accogliente e ipertecnologica da utilizzare  anche solo per un weekend, il prezzo é stato decurtato, da 300 euro al giorno a 150.  Una “politica da bed & breakfast” che tuttavia non ha sortito gli effetti sperati. E il cancello continua a rimanere chiuso. Da qualche tempo si è affacciata una nuova soluzione che potrebbe giustificare, anche se solo in parte, l’esborso di denaro pubblico: il progetto “Le colline del mare astigiane”. Una sorta di “rete” tra 50 comuni della provincia, coordinata dal Museo Paleontologico Astigiano, che prevede un percorso culturale che colleghi idealmente, e non solo, tutti i luoghi di interesse storico, a partire dalle testimonianze fossili che raccontano di quando il mare lambiva l’Astigiano. C’è anche la raccolta di reperti “Graziano”, scovati lungo il corso del Tanaro, che potrebbe andare ad arricchire un museo del fiume, a meno che non si destinino a palazzo Govone, altro edificio storico che a Isola si vorrebbe recuperare e utilizzare. Gianfranco Miroglio, tornato alla presidenza dell’Ente parchi astigiano ora Parco paleontologico dell’Astigiano è fiducioso: «L’ex cantina sociale è una naturale porta d’ingresso della Val Tiglione che è tra le zone più interessanti anche dal punto di vista palentologico del ricco patrimonio astigiano. Abbiano già fatto riunioni con i sindaci della zona e gli altri musei del territorio. Sarebbe interessante utilizzare gli spazi in modo aperto e multimediale: c’è anche l’idea che il piazzale della cantina diventi un punto di scambio per chi arriva in auto e potrebbe percorre la zona in bicicletta seguendo i percorsi segnalati». Come è già avvenuto tra Cerro e Rocchetta (dove è nato il museo della bicicletta Sarachet nella ex stazione) che ha suddiviso con Isola una nuova tranche di finanziamenti regionali.  Le cose potrebbero finalmente muoversi. In fiduciosa attesa che si accendano le luci. 

L'AUTRICE DELL'ARTICOLO

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Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

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