2 APRILE
DOMENICA IN ALBIS
Esendo stato permesso già assai prima d’ora alla Confraternita della Misericordia l’esercizio del Giuoco dell’Archibuggio, stato sospeso per degni motivi nel passato Governo, si deliberò metterlo di nuovo in attività servendosi della facoltà illimitata concessa allora che per la prima volta era dato un tale divertimento, i di cui vantaggi vanno a servizio della Confraternita medesima, per una terza parte (dedotte le spese tutte), alla Sacrestia, altra terza parte per la funzione della Processione dell’Enterro al Venerdì Santo, e l’ultima terza parte ad assistere i poveri carcerati, dei quali la Confraternita ha incombenza particolare. Già di questo giuoco se ne parlò alla facciata 28, e se ne portò l’invito medesimo al n° 40. Questa mattina al suono di un tamburo si portò uno stendatdo nero colorito e dipinto da una parte del Capo di S. Giovanni Battista e dall’altra delle parole seguenti (omissis) ed un barletto di bosco dolce, cioè di salce, o d’albera, della larghezza d’once cinque, nel di cui mezzo vi si infisse una punta di ferro in mezzo ad un pezzo di carta dorata rotondo, della larghezza di un’oncia di diametro con diversi cerchi il cui centro è sempre la punta di ferro. Questo giuoco principiò questa mattina e durerà per 15 giorni, non però consecutivi, ma giorni di Mercato, o di festa, se il tempo non lo impedirà, perché in tal caso si dovrà continuare finché siano passati i giorni di tiraggio. A motivo della variazione della moneta il colpo non sarà più a soldi 5 come altre volte, ma soldi sei: e sul fine del giuoco dal prodotto primieramente i primi cinque più vicini alla punta di ferro. Il primo premio è di lire 70, il secondo di lire 50, il terzo di lire 40, il quarto di lire 25 e il quinto di lire 15. In tutto i premi ascenderanno a lire 200. Gli altri colpi poi più nessuno si conteranno.
(La Confraternita della Misericordia aveva sede in una chiesa oggi trasfomata in civile abitazione in Via Carducci davanti al Vescovado. Ai piedi della colonna sull’angolo della piazzetta del Seminario si bruciavano le corde dopo le impiccagioni. Il gioco, che si chiamava anche “dello Stapello” terminò domenica 7 maggio, con solo cinque vincitori).
Dal Giornale d’Asti di Stefano Giuseppe Incisa, all’anno 1815, domenica 2 aprile.