giovedì 21 Novembre, 2024
HomeInsegne senza ruggineIl lievito madre racconta una storia dolce
Insegne senza Ruggine

Il lievito madre racconta una storia dolce

In corso Alessandria un laboratorio dove nascono le “bignole”

È nato il giorno di Ferragosto: «Erano le quattro del mattino e il destino segnato: è l’ora in cui mi sono sempre alzato nella vita». Dino sorride e cerca con lo sguardo la complicità della moglie Iolanda, con cui ha condiviso lavoro e destino. Allora era l’estate del 1939 e la famiglia Rissone abitava in una casa di ringhiera in via Pallio 4. Papà Luigi era nato in Argentina, a Santa Fé. 

Da Cantarana, nonno Secondo era emigrato in Sudamerica per fame e lavoro, ma moriva di nostalgia. Così la famiglia Rissone tornò ad Asti per coltivare un lembo di terra in riva a Tanaro. Luigi cresce tra orti e fiume. Sposa Enrichetta Ferraro. La coppia apre una bottega di alimentari quando ancora corso Alessandria percorreva una distesa di orti e campi coltivati.

Insegna storica della pasticceria

 

È cambiato il volto della città, ma l’attività di Dino è ancora lì, al civico 325. Oggi l’insegna dice: “Pasticceria artigianale Rissone”. Una piccola bottega che accoglie con un buon profumo di bignole appena sfornate. Lì dentro si scrive ancora così: bignole.

È così dalla fine dell’estate 1987, da quando Dino diede una svolta decisa e coraggiosa all’attività di famiglia. «Già i miei genitori – racconta il pasticciere – facevano le torte di castagne nel forno a legna. Erano conosciute in tutta Asti. Con gli anni, il lavoro ingranò. Riuscimmo a comprare la casa che era di uno zio di mia mamma e pian piano ingrandimmo il laboratorio con forni sempre più all’avanguardia».

Foto storica della preparazione dei panettoni per Natale

 

Negli Anni ’70, lavorava a pieno ritmo un forno a tunnel di 14 metri: «Si sfornavano 130 chili di panettone all’ora». La pasticceria Rissone aveva clienti in tutto il Nord Italia: da Milano a Bologna, da Reggio Emilia alle valli del Bergamasco. «Erano anni in cui si consumava tanta pasta lievitata tutto l’anno – racconta Rissone – dalle merendine tipo buondì alle ciambelle, al pan dolce. La richiesta cresceva sotto le feste con panettoni, pandoro e colombe. Per riuscire a stare dietro agli ordini, lavoravamo anche di notte». E aggiunge: «Avevamo cinque dipendenti. Due ragazzi erano dei Valenzani: quando al mattino d’inverno arrivavano a lavorare in bici, avevano le cuffie di brina in testa – sorride. Mia sorella Marisa, invece, dirigeva il reparto incarti». Si andò avanti così, a ritmo continuo, per più di dieci anni.

Solo Marisa lasciò per rilevare il negozio di abbigliamento bimbi “La luna di carta” sotto i portici di piazza Statuto.

La svolta avvenne nell’estate del 1987: «Il 27 luglio morì mia mamma – racconta Dino – e io mi sono trovato a dover scegliere se continuare la produzione con i grandi numeri o decidere di dare valore alle ricette all’antica che avevo ereditato da papà Luigi. Scelsi la seconda». Un fatto favorì la scelta: «Ero a Milano a una fiera di dolci e per caso incontrai un mio compagno di militare. Si chiamava Azzarito ed era diventato il re dei pasticceri di Verona. Andai da lui e mi insegnò tutti i segreti della lievitazione».

Dino Rissone, classe 1939

 

Ancora oggi segue i suoi insegnamenti: «Tutti i miei dolci vengono impastati almeno cinque volte più mezza, la “biga”, un piccolo impasto con il lievito di birra. È lo stesso metodo che utilizzano per il pandoro». Il primo impasto viene fatto alle 6 del mattino: 24 ore dopo i dolci sono pronti: «A fare le cose bene ci vuole tempo». Nasce così quel Dolce Monferrato, un panettone monferrino, sua invenzione. Così come le creme: «Non usiamo preparati: le creme vanno ben cotte. Come la polenta, diceva mio papà». Un segreto, Dino, lo custodisce nel suo laboratorio: «È il lievito madre che mio padre impastò quando avevo 14 anni. Negli anni, insieme ai gusti, sono cambiate le farine e ho dovuto modificare il metodo di conservazione, ma il lievito madre è ancora quello di 60 anni fa».

L’attuale staff con Dino, la moglie, il figlio Luca e i pasticcieri Paolo Rosso e Giancarlo Tonin

 

Non solo: «Ho avuto una grande fortuna – dice ancora Dino –, essere stato affiancato da una donna straordinaria, mia moglie Iolanda. Mi ha sempre aiutato a fare le scelte giuste».

L’eredità passerà al figlio Luca, 44 anni compiuti il 2 marzo, che lavora accanto a papà e mamma, a Paolo Rosso e a Giancarlo Tonin. Anche il nipote Alessandro, 18 anni, vorrebbe fare il pasticciere. Mamma Paola, figlia di Dino e maestra a Portacomaro, vuole che finisca almeno le superiori. Poi potrà fare il garzone per la felicità di nonno Dino. «L’anno scorso sono stato operato di un tumore – rivela il pasticciere – e non ho più l’energia di prima, ma questo laboratorio è la mia vita. Vorrei che qualcuno in famiglia continuasse l’attività».

Altri tre futuri garzoni stanno crescendo nella famiglia Rissone: sono Cristiana, 15 anni, sorella di Alex, Mattia,10, e Camilla, 8, figli di Luca. Chissà se qualcuno e chi seguirà le orme di nonno Dino. Per ora tutti e quattro sono i suoi migliori “consulenti di bignole”. Poi si vedrà.

[starbox]

Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

3,917Mi PiaceLike
0FollowerFollow
0IscrittiSubscribe

GLI ULTIMI ARTICOLI CARICATI

IN EVIDENZA

Propongo la mappa dei ciliegi in fiore

Quanta bellezza ci regala il nostro territorio nelle varie stagioni. Avete presente quando in primavera incominciano a fiorire i ciliegi? Mille batuffoli bianchi con...

Sul calendario Gennaio-febbraio-marzo 2019

13 gennaio Impresa alpinistica per l’imprenditore canellese Ssergio Cirio, presidente dell’azienda enomeccanica Arol. Insieme alla guida alpina di Cervinia François Cazzanelli, conquista la cima del...

Accadde nel primo trimestre 2009-1919

2009 7 gennaio - chiudono i cinema Politeama e Ritz di via Ospedale. 25 gennaio - si è spento a 86 anni l’enologo Adriano Rampone, per...

La Collina di Spoon River

Gianluigi Faganelli Genova 22 novembre 1933 – Cocconato 24 luglio 2018 Geologo e insegnante di scienze Una laurea in Geologia e la passione per le scienze naturali...

L’acciugaio che lasciò il diploma nel cassetto

Quando sei l’ultimo di una dinastia, diventi oggetto di un sentimento misto di ammirazione e affetto. La dinastia di Mario Delpuy era quella degli...

Don Giuseppe Bolla, “Monsignore ma non troppo”

Moncalvo ha avuto per 22 anni un parroco che i più anziani ricordano ancora oggi. Don Giuseppe Bolla aveva un sorriso dolce e un...

Il misterioso manoscritto del prestigiatore

In una stanzetta al fondo dei locali al pian terreno di Palazzo Alfieri, che oggi, dopo il restauro, ospitano la Fondazione Guglielminetti, oltre 30...

Amare una città, amare il mondo. Piccoli racconti di gentilezza

In tutti i racconti di Giordanino affiorano storie del passato e storie di quotidianità. Ama Asti, le terre che stanno intorno e ama sicuramente...

CONTRIBUISCI A QUESTO ARTICOLO

INVIA IL TUO CONTRIBUTO

Hai un contributo originale che potrebbe arricchire questo articolo? Invialo ora, saremo lieti di trovargli lo spazio che merita.

TAG CLOUD GLOBALE

TAG CLOUD GLOBALE
INVIA IL TUO CONTRIBUTO

POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE