Le centinaia di appassionati accorsi qualche settimana fa al Palasanquirico per assistere all’evento che, dopo molti anni, riportava il pugilato di prima grandezza in città e che ha sancito la conquista, da parte di un ragazzo astigiano di origine nigeriana, del titolo di campione italiano dei pesi medi professionisti, ha richiamato alla memoria dei meno giovani la stagione d’oro del pugilato astigiano. Un periodo databile tra il 1946 e la fine degli Anni Settanta del Novecento.
L’impresa di Eliha Etinosa detto El Chapo ricorda infatti, considerando nella giusta misura il ben diverso contesto sportivo e sociale in cui i fatti accadono e accaddero, le vittorie, la passione, l’entusiasmo e la partecipazione popolare che videro alternarsi sul ring personaggi di grande spessore. Tanto per citarne alcuni, Remo Poggio, Remo Viarengo,
Aldo Nosenzo, Flavio De Osti, Ettore Garri, Salvatore Ingrasci, Adriano Bardella e Pasqualino Camera. Atleti che interpretarono al meglio la passione per la noble art, come la
definivano gli inglesi truccando un po’ le carte su quel “noble” che non si riferiva tanto alla nobiltà della disciplina, quanto a quella dei praticanti, negli anni dell’immediato dopoguerra e in quelli della successiva ricostruzione del paese.
Il pugilato fu, a metà del Novecento, una delle discipline di maggior richiamo nel panorama sportivo astigiano con decine di riunioni organizzate ogni anno, guadagnando sulla stampa
locale, e non solo, titoli che “aprivano” le pagine sportive. A riprova del favore di cui godeva la boxe, si possono ricordare le tante sedi di svolgimento degli incontri, alcune delle quali
piuttosto insolite, come il Teatro Alfieri, utilizzato per la prima volta nel 1940 e poi in diverse occasioni negli Anni ’50.
Ma molto frequentati furono spazi all’aperto e altri al chiuso dove veniva allestito il ring, come lo sferisterio di via del Bosco, la palestra del Circolo Way-Assauto, la Piazza del Mercato (oggi Campo del Palio), la piazza San Secondo, il Palazzo dell’Agricoltura meglio noto come Gimbarda (il retro della Casa Littoria, poi inglobato nel nuovo Palazzo della Provincia), addirittura il cortile dell’oratorio di San Pietro, e infine, il Palazzetto dello Sport di cui i pugili furono tra i primi utilizzatori.
Dal 1940 il ring montato anche al Teatro Alfieri
Ma andiamo con ordine. Quella fortunata stagione pugilistica inizia nella seconda metà degli Anni ’30, quando il regime fascista, promuovendo la pratica delle più diverse attività fisiche, fa sì che anche ad Asti, insieme a discipline mai praticate come la palla ovale o il pattinaggio su ghiaccio, si pensi a tirare di boxe.
In quest’ottica si registra nel 1937 un incontro alla Casa Littoria tra i Comitati Federali di Asti e Aosta, una buona presenza ai Campionati Italiani Giovani Fascisti del 1939 (vittorie di Fassone, Montanella ed Alciati) e la già citata riunione all’Alfieri del ’40. Quest’ultima era stata tutto sommato poco significativa quanto ad esiti tecnici se non fosse una delle prime, se non la prima, occasione in cui combatté Remo Poggio, destinato a diventare l’uomo guida della boxe astigiana, un vero e proprio deus ex machina che presiederà, in più di una veste, a tutti gli avvenimenti pugilistici dei decenni che seguiranno.

Il talento di Poggio atleta e patron della boxe astigiana
Talento sportivo naturale, disputerà oltre cento combattimenti, ma sarà anche un valido calciatore vestendo, tra il 1947 e il 1950 nel ruolo di centravanti, le maglie di diverse squadre piemontesi, tra cui anche l’Asti di serie C.
di quegli anni, a cominciare dalla mitica Way Assauto alla cui nascita fornì un determinante contributo. In poche parole l’uomo che, insieme a Remo Viarengo, sarà il filo rosso della storia della boxe astigiana accompagnandone lo sviluppo per quasi tre decenni.
un bilancio finale di 21 incontri di cui 16 vinti. Lasciato l’agonismo, si dedicò all’allenamento.
sue indiscutibili qualità organizzative e tecniche, la nascita della sezione pugilistica della Way Assauto in cui tirano, tra gli altri, Viarengo e il giovane Aldo Lupo Nosenzo, campione
regionale pesi gallo nel 1951 e nel 1952.
italiani welters.
di salute nel 1958. Intanto però si sono verificati un paio di eventi di grande importanza: è nata la società Morando (allenatore Viarengo) che eredita i pugili della disciolta Asti boxe e nel 1957 irrompe sulla scena un terzetto di giovani destinato a far parlare molto di sé: Flavio De Osti, Ettore Garri e Salvatore Ingrasci.

I successi di Flavio De Osti, Ettore Garri e Salvatore Ingrasci
De Osti, scomparso nel febbraio dello scorso anno a 77 anni, fu più volte campione regionale, interregionale e “azzurro”. Ebbe concrete possibilità di andare alle Olimpiadi di Roma ’60, ma, come vedremo, non era destino. Nel dicembre del ’59, nel torneo preolimpico di Trieste battè perfino Nino Benvenuti (futura medaglia d’oro olimpica) e, dopo
aver dominato in finale Righeschi, viene però squalificato per colpo basso. Sarà convocato egualmente a marzo ’60 a un collegiale della Nazionale, dopo aver vinto il titolo regionale welter, ma a causa di serie complicazioni polmonari, dovrà fermarsi per molto tempo.
Farà la sua ricomparsa agonistica solo un anno e mezzo dopo, nel 1962, quando entra in
scena un altro elemento di spicco del pugilato astigiano, quell’Adriano Bardella che a novembre vince il titolo italiano novizi pesi medi. Nel 1964 De Osti è ancora tra i probabili olimpici (Tokio ’64) insieme a Bardella. Quest’ultimo però si infortuna e Flavio sta ormai pensando al professionismo a cui passerà a fine anno; dopo sette combattimenti senza sconfitte, arriverà qualche sconfitta e la carriera si concluderà nel 1967 dopo il matrimonio.
Garri, dopo una più che discreta carriera da dilettante, non avrà identico successo da professionista. La sua carriera si chiuderà drammaticamente nel 1966 quando le gravi ferite riportate in un incidente stradale – nel frattempo era diventato Vigile Urbano – ne causeranno la prematura scomparsa.
Infine Ingrasci. Instancabile motorino che, dopo una carriera di buon spessore da dilettante
con un’ottantina di incontri all’attivo, non si ritroverà nell’ambiente “pro” e chiuderà la
carriera sempre nel 1966, lavorando poi per decenni come custode alla Camera di commercio.
Mentre i tre si facevano strada nel mondo della boxe piemontese e italiana, nel 1963 si ebbe un per certi versi inatteso colpo di scena: la Way Assauto si scioglie e i suoi pugili passano in blocco, sempre agli ordini di Remo Poggio, alla “Ilio Baroni” di Torino che apre per l’occasione una sezione astigiana.

Dalla Way Assauto alla nascita della Palmar boxe
l difficile momento viene superato due anni dopo quando, grazie all’imprenditore Gino Cravero, si costituisce, fondendo Morando e Ilio Baroni, la “Palmar boxe” sponsorizzata
dalla ditta di confezioni di corso Volta, che avrà in veste di allenatori la formidabile coppia Poggio-Viarengo e come primattore Pasqualino Camera, l’ultimo pugile di qualità superiore di quegli anni, ancorché particolarmente sfortunato nello sviluppo della carriera.
La Palmar ottiene numerosi successi (i suoi Bardella e Giglio Arri sono campioni piemontesi) tanto da essere considerata tra le prime società del Piemonte e, quasi a consacrazione di questa supremazia, Camera viene chiamato nel 1967 alla preolimpica di Firenze dove ottiene tre successi in tre incontri: la strada per Messico ’68 sembra più che aperta, ma Pasqualino sarà prima vittima di un infortunio, rinunciando così a una convocazione in Nazionale, non avendo ottenuto il congedo da parte del datore di lavoro.
Malgrado tutto, sarà incluso nella squadra per le Olimpiadi, ma sul più bello arriva la cartolina precetto e dovrà partire per il servizio militare. Conquisterà ancora un bronzo ai campionati italiani del 1971 e nel 1972 passerà professionista senza grandi risultati. Con il
suo ritiro dall’agonismo, si spegneva pian piano fino a estinguersi del tutto, l’attenzione per la boxe e per i suoi campioncini (tra gli altri, Sorgon, Lamanna, Tumbiolo, Santalucia e Vicentini) che comunque continueranno a battersi ancora per qualche anno sotto le insegne di una nuova Asti boxe.











































