giovedì 27 Novembre, 2025
HomeArteIn viale Pilone le tele in attesa di Mario Perosino
Un Quadro una Storia

In viale Pilone le tele in attesa di Mario Perosino

L’artista astigiano alla ricerca del tempo interiore

Nello studio di Mario Perosino, in viale Pilone, le tele grezze, accostate a terra a macerare erano in attesa. Con minuziosa precisione, l’artista preparava ogni supporto alla “maniera dei maestri antichi”, come nelle botteghe di restauro. Tra gli sguardi severi di Guerrieri loricati e di enigmatiche Dame, Perosino cesellava il suo immaginario quotidiano su grandi fogli preparatori. Senza fretta. Il caotico traffico di piazza I° Maggio pareva svanire. Appena adolescente, Perosino aveva disegnato dal vero ritratti e figure, a matita e pastello, angoli delle campagne astigiane, soggetti sacri a china, con il gioioso consenso del maestro Giuseppe Manzone, ma la sua fantasia trepidava. Dopo l’esordio in Asti nel 1951 al circolo culturale “La Giostra” e la partecipazione ai Premi Alfieri (1959, 1962), durante il servizio militare a Roma, Perosino intuì la sua autentica vocazione fantasiosa e allusiva. Con l’autorevole guida di Corrado Cagli, che lo introdusse nella cerchia culturale romana, espose con successo alla “Galleria 88” e al “Nuovo Carpine” (1968). Il ritorno ad Asti, il repentino mutare dei modelli sociali e dei codici di comunicazione negli anni Settanta alimentarono in Perosino un’amara disillusione, psicologica ed emozionale: «…il dialogo è aperto con figure che non sanno sorridere o per ironia o per disincantamento o per pietà – commentava il critico Dino Carlèsi – e quasi ci parlano con sufficienza faraonica e dignità regale da antiche stagioni ancestrali che Perosino fa rivivere quasi per intenzionale crudeltà, presentandole come beni perduti e irrecuperabili per nostra colpa ed eccesso di cattiveria»

Mario Perosino (Asti 1930-2008), “Ritratto di Michela”, olio su tela, cm. 80 x 60

.

Nascono così i simboli segreti di quel nuovo mondo, non ancora esplorato: i cicli pittorici I fiori del male, Melanconia, Paesaggio fantastico, Architetture, preziose costruzioni di moduli geometrici e brillanti gamme timbriche. Negli anni Ottanta, sulla tela la realtà diviene allegoria: il ritratto femminile accoglie còlte tipologie cortesi e citazioni iconografiche del Seicento europeo. Il ritratto di Michela è un emblematico esemplare della maturità pittorica di Perosino, unificando l’ideale estetico ed etico delle categorie astratte “bellezza-purezza” con l’allusività (sorriso, sguardo, postura) e l’estraniamento (decorativismo astorico, specchio). Le mostre personali a “La Fornace” (1978, 1983), l’omaggio comunale a Palazzo Mazzetti-Teatro Alfieri nel 1993 e la presenza in collettiva alla Fondazione Guglielminetti (2007) segnarono il commiato di Mario Perosino. La Fondazione Guglielminetti, in collaborazione con la figlia Giordana, gli ha dedicato due omaggi postumi, nel 2009 e l’attuale nel dicembre 2016, riscoprendone tuttora l’inquieta tensione alla conoscenza. È ancora il tempo interiore di Perosino a svelarci la precarietà dell’esistenza e l’attesa per il futuro.  La retrospettiva “Mario Perosino. Dipinti”, ordinata alla Fondazione Eugenio Guglielminetti in Palazzo Alfieri, sarà visitabile fino al 31 dicembre 2016  (venerdì, sabato e domenica 16-18).

L'AUTRICE DELL'ARTICOLO

Marida Faussone

Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

3,917Mi PiaceLike
0FollowerFollow
0IscrittiSubscribe

GLI ULTIMI ARTICOLI CARICATI

IN EVIDENZA

L’antica paura del contagio tra animali e uomo

Il lungo percorso della medicina veterinaria   Se ne sono dette tante su come si possa essere diffuso il Coronavirus nell’uomo. Si è puntato il dito...

Per grazia ricevuta, contro i contagi ex voto e santuari

La fede baluardo contro le malattie   Gli ex voto ci parlano di uno stretto rapporto tra cielo e terra, tra straordinario e quotidiano, tra fede...

L’epidemia di colera asiatico a Castelnuovo d’Asti nel 1867

Il contagio arrivò probabilmente dal Torinese   “Peste dell’Ottocento” e “epidemia dal volto urbano”: sono queste due definizioni con cui gli studiosi di storia della medicina...

La storia dell’umanità segnata dalle epidemie

Il sacerdote e accademico astigiano Stefano Giuseppe Incisa, nella XXIX annata del suo Giornale d’Asti, narra un curioso episodio che estende lo sguardo dal...

Penso in dialetto Non mi sento balengo

I dialetti vanno sparendo, li si parla molto meno e soprattutto i giovani hanno più facilità con l’inglese che con la lingua dei padri. Ma...

Sul calendario gennaio-febbraio-marzo 2020

18 gennaio Un aereo ultraleggero precipita e si schianta in piazza Carlo Alberto a Moncalvo. Muore il pilota Lino Frigo, 71 anni, ferroviere in pensione....

Accadde nel primo trimestre 2010-1920

2010 21 marzo - In seguito alle proteste degli animalisti, la Giostra del Pitu di Tonco si svolge per la prima volta con un fantoccio...

Fontanafredda la stanza del bambù e uno storico direttore

Chiedo scusa, anzitutto, se per inoltrare questa lettera ad Astigiani utilizzo l’arcaico mezzo postale anziché la moderna e-mail o altre diavolerie in voga. Venendo all’argomento...

CONTRIBUISCI A QUESTO ARTICOLO

INVIA IL TUO CONTRIBUTO

Hai un contributo originale che potrebbe arricchire questo articolo? Invialo ora, saremo lieti di trovargli lo spazio che merita.

TAG CLOUD GLOBALE

TAG CLOUD GLOBALE
INVIA IL TUO CONTRIBUTO

POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE