Dalla Romania ad Asti, da Asti al mondo. La vicenda della famiglia Pletosu è una testimonianza di come l’integrazione europea possa trasformarsi da sogno in realtà. La storia dei tre giovani Lavinia, Marian e Calina è una storia di famiglia, ricca di talento, intraprendenza, tenacia. La strada per Ginevra l’ha aperta Lavinia, con la sua grande dimestichezza per le lingue. «Una sera – ricorda papà Costantino – ero a Mongardino per seguire un evento della Coldiretti legato a Terra Madre. Al tavolo faccio la conoscenza di Fernanda Goria che faceva da interprete. Le parlo di mia figlia che, a giudizio degli insegnanti astigiani, sembra avere grandi potenzialità per le lingue. Lei ci indirizza alla scuola per interpreti di Ginevra». Lavinia supera facilmente l’esame di ammissione, ma vuole fare di più. Si iscrive alla facoltà di Relazioni Internazionali e si laurea dopo tre anni. Subito dopo si specializza in Studi Europei e inizia una felice carriera che la porta dalla Svizzera alla Corea del Sud al Belgio. Sulla scia di Lavinia, anche il fratello Marian, dopo il diploma all’istituto Monti, fa le valigie per Ginevra e si iscrive alla facoltà di Relazioni Internazionali. «I primi mesi – racconta – sono stati faticosi, ma pian piano mi sono ambientato. Ad aprile 2008 ho trovato un lavoro che mi ha permesso di pagarmi gli studi (laurea e master) e il soggiorno per ben 5 anni, fino ad aprile 2013. È stata un’esperienza memorabile, sotto il profilo professionale, ma anche umano».
Nel maggio 2013 Marian supera il concorso per entrare all’ITU (International Telecommunication Union), istituzione dell’Onu che promuove la cooperazione tra gli Stati membri (194 paesi) per un utilizzo più razionale delle telecomunicazioni, per offrire assistenza tecnica ai paesi in via di sviluppo. «In questo momento – spiega Marian – sono responsabile di ricerca (Research Officer) e sto scrivendo un rapporto su progetti di sviluppo tecnologico in regioni bisognose del mondo. Insieme al mio supervisore, sto studiando nuove strategie di raccolta fondi attraverso accordi di partenariato con governi, banche e aziende private. Il rapporto sarà presentato durante la conferenza mondiale sullo sviluppo delle telecomunicazioni, in Argentina l’anno prossimo». Nella scorsa primavera Marian si è occupato della conferenza internazionale “Global Dialogue on Digital Financial Inclusion”, organizzata dall’ITU e dalla Bill and Melinda Gates Foundation, a Sharm el-Sheikh. Calina, 21 anni, si è diplomata nel 2014 all’istituto Monti, indirizzo linguistico, e sta inziando il terzo anno della facoltà di Economia all’Università di Ginevra.
Fisico da modella e sorriso contagioso, tra i 16 e i 18 anni Calina ha calcato le passerelle dei concorsi di bellezza, collezionando le fasce di “La bella d’Italia”, “La Bella d’Europa”, “Miss Stampa” e “Miss Muretto” (sessantesima edizione dello storico concorso di Alassio). Appassionata di teatro, ha coltivato per qualche tempo l’idea di entrare in accademia. Giunta al bivio tra la carriera nel mondo della moda o dello spettacolo e l’università, ha scelto la seconda strada, certamente più faticosa. La predisposizione per la matematica le ha fatto prediligere la facoltà di Economia. Nel frattempo ha ricevuto una borsa di studio come studente-lavoratore. «Sono segretaria contabile in una società a Ginevra e ciò mi permette anche di mettere in pratica molte nozioni studiate nei corsi», precisa Calina. Asti è nel cuore dei due ragazzi. «Sarà per sempre casa mia – afferma Marian, che in passato ha anche sbandierato per il Gruppo dell’ASTA –, ci ritorno tutte le volte che posso. Gli amici delle superiori sono tra i migliori, con alcuni di loro sono in stretto contatto. Mi manca tutto, dalla famiglia agli amici, dalle bellissime colline fino al cibo. Per fortuna Ginevra è a 4 ore di macchina e questo mi consente di tornare a casa spesso».
Calina – premiata nel 2013 con il “Sigillo di Asti” per la notorietà acquisita sulle passerelle – confessa di aver scoperto un lato astigiano trasferendosi a Ginevra: «Quando con amici di altri paesi si parla dei propri territori, sono la prima che in maniera orgogliosa racconta il nostro meglio: i paesaggi, le colline, i festival, i piatti tipici, i vini. Cerco di tornare spesso e ogni volta mi capita di guardare tutto con occhi diversi che mi fanno apprezzare dettagli e angoli della città. Girare nel centro storico, chiaccherare davanti a un espresso italiano con amici e famigliari, oppure concedersi una corsetta fino alla chiesetta di Viatosto è come rinfrescarsi la memoria». Fra un anno toccherà a Ilinca staccare il biglietto di viaggio. «Lei ha deciso che da grande vuole fare il medico – raccontano mamma e papà –, ne siamo felici. Nella nostra famiglia si è sempre parlato della centralità della persona, dell’essere utili alla società in cui si vive. Cosi ci hanno insegnato i nostri nonni e i nostri genitori, così abbiamo allevato i nostri figli». Chapeau!
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