giovedì 2 Gennaio, 2025
HomeMemorie a tavolaLa trippa in umido del Vecchio Salera
Memorie a Tavola

La trippa in umido del Vecchio Salera

Un sapore, un profumo, il ricordo di un piatto. La storia di un territorio è fatta anche di memorie a tavola.

Era inconfondibile l’ingresso del “Vecchio Salera”, il cui nome in realtà era “Centrale Salera”, erede di una più antica osteria con locanda, il “Cannon d’oro”.
Una porta a bussola all’estremità di via Gardini, non lontano dalla Collegiata di San Secondo, rivelava un battente in vetro opacizzato con il nome del ristorante e immetteva in
un elegante interno in stile Liberty.
Meta del pranzo domenicale delle famiglie-bene astigiane, era anche uno status-symbol per coloro che, dopo anni di privazioni, erano animati da quel desiderio di rivalsa e di abbondanza che iniziava a percorrere gli ultimi scorci degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta: un’aspirazione all’affermazione sociale che passava, tra l’altro, attraverso la frequentazione delle buone tavole. Molti andavano al Salera per la sua ineccepibile
finanziera, ma i palati più robusti non disdegnavano la trippa in umido, un piatto in verità popolare ma realizzato con raro equilibrio e messo in carta nei giorni di mercato: morbida,
gustosa, con l’intingolo in cui non c’era da vergognarsi a intingere il pane, i tocchi di patate che quasi si disfacevano e la mestolata di fagioli borlotti ad arricchire il sugo.
Che ne è stato di quella trippa?

L’acquerello di Secondo Musso illustra la facciata dell’hotel Salera negli anni ‘30, in via Gardini. Il palazzo è oggi sede della Cassa di Risparmio.

 

Una ricetta molto simile è ancora preparata nel ristorante, da qualche anno aperto in via Giobert, di Aldo Cavagnero, un esperto cuoco astigiano cresciuto alla scuola del Vecchio Salera.
Aldo, che ha gestito per anni un suo ristorante a Castiglione, ha sempre utilizzato una bella varietà di trippe (millefogli, nido d’ape, liscia, rotondino), che fa insaporire in una
base costituita da lardo raschiato e cipolle affettate. Sfuma con vino bianco o Marsala secco, quindi aggiunge un trito aromatico (salvia, rosmarino e alloro) e lega il tutto
con poca salsa di pomodoro e farina.
È poi la volta di carote e sedano a listarelle e patate a dadini: un paio d’ore di cottura con aggiunta di brodo e, da ultimo, i borlotti già lessati e un trito di prezzemolo fresco. Aldo, di suo, ha aggiunto una variante, costituita dalla gratinatura in forno della trippa, ben coperta di parmigiano.
Chi frequentava quel luogo storico del buon mangiare astigiano, tra una finanziera e un fritto misto, una trippa e un piatto di cacciagione, poteva imbattersi nei menu creati e illustrati dal suo ultimo gestore, nonché artista poliedrico: Vittorio Olivero “Joselito”,
chef, pittore e musicista. Ma questa è un’altra – e assai importante – storia astigiana..

GLI AUTORI DELL’ARTICOLO

[starbox]

Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

3,917Mi PiaceLike
0FollowerFollow
0IscrittiSubscribe

GLI ULTIMI ARTICOLI CARICATI

IN EVIDENZA

Dio li fa e poi li accoppia

Non so capita anche a voi di notare in giro certe coppie che non ti sembra possibile possano stare insieme, personaggi così diversi che...

Accadde nel secondo trimestre 2009-1919

2009 17 aprile – Dopo 25 anni riapre Palazzo Mazzetti con l’ultimazione dei lavori del primo lotto. Nell’ala est viene ospitata la mostra “Il Teatro...

Sul calendario aprile-maggio-giugno 2019

4 maggio In piazza Campo del Palio inaugurazione della Fiera Città di Asti. La manifestazione, voluta dal Comune per le celebrazioni di San Secondo, torna...

La collina di Spoon River – Giugno 2019

Maria “Jucci” Chiusano 24 aprile 1927 – 23 gennaio 2019 Cuoca e ristoratrice Falcon Vecchio di Asti Ho cucinato! Oh, quanto ho cucinato, sin da bambina, accanto...

Vasche in zinco, brocche e catini per la toeletta

In una famosa battuta i “Tre lilu” sintetizzano a modo loro il rapporto tra il mondo contadino e l’acqua: “La doccia è il giorno...

Gli Statuti sono astesi ma la xilografia è di Reggio Emilia

I La stampa a caratteri mobili, messa a punto da Gutenberg a metà del XV secolo a Magonza, si diffuse rapidamente in Italia, culla...

Diari di un camminatore sui sentieri del Piemonte

L’autore, astigiano, apre questo suo fitto viaggio con una domanda universale: “Non ho ancora capito dove sono diretto… Almeno, che ricordi la strada che...

Istinto di sopravvivenza nel viaggio di Sergio in India

Giancarlo Pagliero, tour leader, indologo e consulente di viaggio, da oltre 35 anni viaggia in Europa, America Latina ed Asia. Il suo romanzo è ambientato...

CONTRIBUISCI A QUESTO ARTICOLO

INVIA IL TUO CONTRIBUTO

Hai un contributo originale che potrebbe arricchire questo articolo? Invialo ora, saremo lieti di trovargli lo spazio che merita.

TAG CLOUD GLOBALE

TAG CLOUD GLOBALE
INVIA IL TUO CONTRIBUTO

POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE