giovedì 27 Novembre, 2025
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1946-2020

La carica degli onorevoli

Deputati e senatori eletti con i voti degli astigiani dal 1946 a oggi
Nel 1946 furono sei i padri costituenti di origine astigiana eletti a Roma. Poi vennero le prime elezioni politiche del 1948 e da allora sono state diciotto le legislature in cui la presenza astigiana nei due rami del parlamento si è manifestata in maniera discontinua, a volte con un nutrito drappello di eletti, a volte con una rappresentanza più esigua, anche in base alle diverse leggi elettorali che in questi settant’anni si sono succedute. I parlamentari astigiani che hanno occupato gli scranni di Montecitorio o di Palazzo Madama sono poco più di una trentina. Alcuni hanno avuto apparizioni fugaci, altri sono diventati veterani per più legislature e qualcuno è entrato anche a far parte del governo. Alla vigilia del referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari, Astigiani compie questa carrellata storica per raccontare chi sono stati e chi sono gli onorevoli che ci hanno rappresentato.

Tra i 556 “padri costituenti” c’erano anche sei astigiani

 

Il 2 giugno 1946, gli italiani e per la prima volta le italiane, furono chiamati al referendum per scegliere la forma istituzionale dello Stato, dopo la fine della dittatura fascista e
della guerra. La scelta tra monarchia e repubblica fu alquanto divisiva: prevalse la repubblica, con 12.717.923 voti contro i 10.719.284 voti a favore della monarchia.

Per la prima volta in una consultazione politica italiana votarono anche le donne: si recarono alle urne in circa 13 milioni, contro 12 milioni di uomini, per una percentuale
complessiva di votanti pari all’89,08. Il voto nell’Astigiano vide prevalere di soli 1600 voti la monarchia (73.584) contro i 71.931 della repubblica con una netta differenza tra città e
campagne.

Ad Asti città i pro repubblica ottengono il 56,1% dei voti e prevalgono anche a Canelli e Nizza.

Nella maggior parte dei piccoli centri prevale invece la scelta monarchica. Le campagne sono più refrattarie al cambiamento e seguono maggiormente le indicazioni filo monarchiche di molti parroci. (Vedi Astigiani n. 1 del settembre 2012).

ASSEMBLEA COSTITUENTE
25 GIUGNO 1946 – 31 GENNAIO 1948

 

Nella stessa data del 2 giugno si votò anche per l’elezione dell’Assemblea Costituente, che doveva redigere la nuova costituzione italiana. Visto il risultato del referendum e non senza
esitazioni, il re Umberto II di Savoia lasciò Roma il 13 giugno alla volta del Portogallo, dove visse in esilio.

L’Assemblea Costituente si riunì il 25 giugno, sotto la presidenza di Giuseppe Saragat, e nominò Enrico De Nicola (a sinistra nella foto in alto) Capo provvisorio dello Stato. La Costituzione entrò in vigore il 1° gennaio 1948. Tra i 556 membri della Costituente (tra cui 207 della Dc, 115 del Psiup, 104 del Pci, 42 Liberali) figuravano sei astigiani: i democristiani Leopoldo Baracco e Enzo Giacchero, il comunista Felice Platone, primo sindaco di Asti dopo la Liberazione, Alessandro Scotti per il Partito dei contadini, il socialista Umberto Grilli e Umberto Calosso, eletto nelle file dello Psiup (vedi Astigiani n. 4 del maggio 2013).

Si dovrebbe tuttavia aggiungere a questi astigiani doc anche Umberto Terracini (a destra nella foto in alto), cittadino onorario di Asti, genovese ma di famiglia di origini astigiane, i cui genitori sono sepolti nel cimitero ebraico cittadino. Terracini, esponente di primo piano del Pci, fu dapprima vicepresidente della Costituente, e ne divenne presidente nel febbraio del ’47; sua è la firma sulla copia ufficiale della Costituzione, accanto a quella del Presidente provvisorio della Repubblica Enrico De Nicola e del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi.

Le prime elezioni politiche repubblicane si tennero il 18 aprile 1948; da allora si sono susseguite diciotto legislature in cui la presenza astigiana nei due rami del Parlamento
si è manifestata in maniera discontinua, a volte con un nutrito drappello di eletti, a volte con una rappresentanza molto esigua, anche in base alle diverse leggi elettorali che in questi settant’anni si sono succedute.

I parlamentari astigiani – di nascita o per così dire di cooptazione – che hanno occupato gli scranni di Montecitorio o di Palazzo Madama sono poco più di una trentina. Ecco chi sono stati e chi sono.

I LEGISLATURA
8 MAGGIO 1948 -24 GIUGNO 1953

 

Furono, quelle del 18 aprile, elezioni contrastatissime, vissute con passione e combattute senza esclusione di colpi: comizi, manifesti, piazze piene e anche qualche disordine. Le vinse la Democrazia cristiana (che ottenne la maggioranza relativa dei voti, oltre il 48
per cento, e quella assoluta dei seggi, caso unico nella storia repubblicana), sconfiggendo il Fronte democratico popolare di comunisti e socialisti che aveva scelto Garibaldi come simbolo.

E quel voto, sappiamo, ha determinato la storia d’Italia sino agli Anni Novanta. In quella legislatura la personalità di maggior spicco fu Alcide De Gasperi, che rimase a capo di tre successivi governi. Nel luglio del ’48 l’attentato a Togliatti rischiò di far precipitare la
situazione, ma tutto venne contenuto anche grazie alle parole dello stesso leader comunista.

In realtà nel basso Piemonte quelle elezioni non furono soltanto uno scontro tra Dc e Fronte popolare: nelle nostre zone ebbe un notevole rilievo il Partito dei contadini, fondato nel 1921 da Giacomo Scotti e rinato a opera di suo fratello Alessandro dopo il ventennio fascista. Molto forte a sud del Tanaro, in diversi comuni il Pdc risultò il primo partito, anche se fu penalizzato da un eccessivo localismo: dei circa 96.000 voti che il partito ebbe in queste elezioni, oltre 55.000 furono raccolti nel collegio Cuneo-Asti-Alessandria. Per questo i contadinisti ebbero un solo eletto, proprio Alessandro Scotti che già era stato tra i costituenti. Da notare che in questi anni la Dc vide proprio nel Partito dei contadini il suo maggiore antagonista, prima ancora delle sinistre, e proprio contro il Pdc la Dc mise in campo i suoi uomini più vicini al mondo agricolo.

Dei sei astigiani membri della Costituente cinque furono riconfermati anche nel primo Parlamento. Nella circoscrizione che oltre ad Asti comprendeva Cuneo e Alessandria, furono eletti Enzo Giacchero e Giuseppe Armosino per la Dc, e il già ricordato Alessandro Scotti (Partito dei contadini). Entrarono in Parlamento anche il socialdemocratico Umberto Calosso, eletto in un collegio di Torino, e Giovanni Sodano (Dc), in seguito alla rinuncia di un eletto alessandrino nella circoscrizione.

Senatore per il Collegio Asti fu il democristiano Leopoldo Baracco. I comunisti astigiani non ebbero eletti, così come gli altri partiti. Quei primi parlamentari sono personaggi ormai lontani da noi nel tempo, ma tutti con una vita contrassegnata, su fronti diversi, da un continuo impegno politico e sociale. Enzo Giacchero (1912-2000), ingegnere, aveva combattuto in Africa nella divisione Folgore, ed era stato ferito gravemente; era stato poi partigiano autonomo con la divisione “Asti”, e alla Liberazione venne nominato prefetto
dal Cln. Membro della Costituente e poi deputato per la Dc, fu fondatore del Comitato parlamentare italiano per l’Unione Europea. Per sei anni ha rappresentato l’Italia presso la Ceca, la Comunità europea carbone e acciaio.

Negli ultimi anni di attività politica, in contrasto con le nuove tendenze democristiane volte verso il centrosinistra, Giacchero si avvicinò alle posizioni monarchiche, per aderire infine a
Democrazia nazionale.

Alessandro Scotti (1889-1974), nato a Montegrosso, decorato nella prima guerra mondiale, durante il fascismo fu esule in Francia. Ritornò in Italia dopo l’8 settembre e nella zona tra Costigliole, dove risiedeva, e Montegrosso formò squadre partigiane di contadini a difesa delle loro terre dalle razzie tedesche e fasciste. Già prima della presa di potere fascista col fratello Giacomo aveva fondato il Partito dei contadini, che, ripreso dopo la Liberazione, ebbe un notevole peso politico nel sud del Piemonte; il partito, tuttavia, ebbe vita breve e i suoi membri finirono per confluire nella Dc e molti nel Partito repubblicano. Scotti, come detto, fu eletto prima alla Costituente, poi alla Camera per due legislature.

Nell’Astigiano sfida aperta tra Dc e Contadinisti

 

Di Umberto Calosso (1895-1959), nato a Belveglio, gli italiani cominciarono a conoscere la voce in tempo di guerra, quando parlava dai microfoni di Radio Londra nelle trasmissioni in lingua italiana dell’emittente inglese. Laureato in Lettere a Torino, scrisse saggi su Alfieri e su Manzoni e in gioventù fu amico di Gobetti e Gramsci (tenne varie rubriche sul gramsciano Ordine Nuovo).

Combattente antifranchista in Spagna, dopo la guerra fu docente universitario e nel Psdi fu tra i più stretti collaboratori di Saragat. Si occupò in Parlamento di problemi scolastici e anche di obiezione di coscienza.

Nuovo entrato in Parlamento, Giovanni Sodano (1901-1991), di Isola, ebbe ruoli importanti  nella Federazione coltivatori diretti, di cui fu presidente provinciale per ben ventisette anni e membro del Consiglio nazionale. In Parlamento divenne anche membro
della Commissione agricoltura. Ebbe sei figli, tra cui Angelo, futuro cardinale e Segretario di Stato del Vaticano.

Prima nomina anche per Giuseppe Armosino (1914-1987), nato a Tigliole, insegnante di liceo e primo segretario della Dc astigiana, combattente e mutilato nella guerra di Liberazione; fu tra i fondatori della Dc nel dopoguerra e uno dei principali promotori per la creazione del Consorzio dei vini tipici astigiani.

Il senatore Leopoldo Baracco (Asti, 1896-1966), dirigente dell’Azione cattolica e cofondatore del Partito popolare in Asti, era stato eletto alla Camera già prima del fascismo, nel 1919 e nel 1921. Con l’inizio della dittatura si ritirò dalla vita politica e fece l’avvocato.

Dopo la guerra fu tra i promotori della rinascita della Dc. Membro della Costituente, nel 1948 venne eletto senatore nel collegio di Asti, carica che mantenne per un ventennio, sino alle elezioni del 1968.

II LEGISLATURA
25 GIUGNO 1953 – 11 GIUGNO 1958

 

Le elezioni del 7 giugno 1953 furono quelle collegate alla famosa legge elettorale con premio di maggioranza (definita dalle opposizioni “legge truffa”); la coalizione facente capo alla Democrazia cristiana non riuscì per pochi voti a raggiungere il 50 per cento (si fermò al 49,2) e quindi non scattò il premio di maggioranza.

In questa tornata elettorale vi fu per quanto riguarda l’astigiano una notevole stabilità, con
la riconferma degli esponenti di maggior spicco. Armosino fu confermato deputato (lo sarà per ben tre altre volte, nell’ultima subentrando a un anno dal termine), e con lui andarono  alla Camera ancora Giovanni Sodano. Conferma anche per Alessandro Scotti. Leopoldo Baracco torna a Palazzo Madama.

III LEGISLATURA
12 GIUGNO 1958 – 15 MAGGIO 1963

 

Nelle elezioni che si tennero il 25 maggio 1958 la Dc riconferma la sua supremazia, ottenendo circa il 42 per cento dei consensi, mentre il Pci si attesta sul 22 per cento. Alla
Camera riconfermati i deputati Dc astigiani: Armosino, Sodano e Baracco al Senato, per la terza delle sue quattro legislature.

Va detto che in questa come in altre legislature il voto astigiano contribuisce con le preferenze a far eleggere anche parlamentari di altri partiti e di altre zone della circoscrizione Cuneo-Asti-Alessandria. È noto che il socialdemocratico Pier Luigi Romita, più volte ministro, ha avuto per decenni il sostegno degli elettori astigiani del Psdi.

Anche il ministro liberale Renato Altissimo, che aveva un’azienda agricola a Villafranca, otteneva consensi sul territorio. A livello nazionale Amintore Fanfani viene incaricato di
formare il governo. Il 14 agosto del ’58 viene istituito il Ministero della sanità (l’Italia era uno dei pochi Paesi occidentali a non averlo).

In tutta la legislatura si susseguirono cinque governi, di cui tre guidati da Fanfani con timide aperture al centrosinistra e l’astensione dei socialisti, uno da Segni e uno monocolore Dc da Tambroni, nel 1960, con l’appoggio dei voti missini e monarchici che
portarono alle manifestazioni antifasciste di Genova. La strada del centrosinistra organico con l’ingresso del Psi nel governo con Dc, Psdi e Pri avverrà con il governo Moro a fine 1963. Il centrosinistra è osteggiato a livello locale dai vertici democristiani.

IV LEGISLATURA
16 MAGGIO 1963 – 4 GIUGNO 1968

 

È la legislatura in cui è fissato il numero dei parlamentari: 630 deputati, 315 senatori. Finora il numero variava in base a quello della popolazione residente nelle rispettive circoscrizioni. È anche la legislatura nel corso della quale vengono istituite le regioni.

Tra gli eletti, compare un nome nuovo tra i parlamentari astigiani: quello di Oddino Bo,  deputato del Pci, nativo di Maranzana, classe 1912, diplomato maestro e combattente nel secondo conflitto mondiale con l’esercito di Liberazione del Sud. Nella sua carriera politica Bo è stato segretario provinciale del Pci, presidente regionale della Confcoltivatori e dirigente dell’Anpi.

Impegnato sul fronte dei temi agricoli e della legge di solidarietà contro le avversità atmosferiche, Bo rimase in Parlamento per due legislature, la quarta e la quinta.

In Senato rappresenta il collegio di Asti il democristiano Leopoldo Baracco mentre Giuseppe Armosino torna alla Camera solo nel luglio 1967 come surroga di un altro deputato Dc. Armosino vota però contro la nazionalizzazione dell’energia elettrica e la nascita dell’Enel ed entra in rotta di collisione con i vertici nazionali della Dc, lasciando il gruppo parlamentare. Non sarà più candidato per lo scudocrociato. L’ex deputato si ricandida alle elezioni del 1968 con una formazione denominata “Cattolici sociali” alleata al Msi e ai monarchici. In quella campagna la Dc astigiana lo bolla con lo slogan: «Chi vota Armosino vota missino, chi vota Boano vota democristiano».

1968: rilanciato il Palio, Giraudi va a Roma

V LEGISLATURA
5 GIUGNO 1968 – 24 MAGGIO 1972

 

Le elezioni si tennero il 19 e il 20 maggio 1968; gli echi della contestazione studentesca influiscono poco sul voto degli astigiani, dove invece ci sono fermenti nel centro destra a seguito della citata diaspora di Armosino. A livello nazionale fu comunque ancora una vittoria della Dc, che ottenne quasi il 40 per cento dei voti, contro il 26 del Pci-Psiup e
il 14 del Partito socialista unificato, con notevole calo della destra. Furono anni difficili, contrassegnati da atti terroristici come la strage di Piazza Fontana del 1969.

Nell’Astigiano il voto rimanda a Roma Oddino Bo mentre nelle file democristiane emergono nomi nuovi: Giovanni Giraudi e Giuseppe Miroglio alla Camera e Giovanni Boano al Senato. Giraudi (1915-1993), astigiano di San Rocco, maestro, poi direttore didattico e infine ispettore scolastico, era stato ufficiale sopravvissuto al massacro di Cefalonia, su cui scrisse anche un libro.

Prima dell’esperienza parlamentare fu un dinamico sindaco di Asti dal 1960 al 1967, e a lui si deve la spinta per la rinascita del Palio nel ’67. Dal 1972 al 1977 è stato anche presidente della Cassa di Risparmio.

Miroglio (1925-2001), nato a Vigliano, geometra, impiegato tecnico, fu tra gli astigiani con più lunga permanenza in Parlamento: democristiano della corrente andreottiana, fu eletto per ben cinque legislature, due volte alla Camera (V e VI legislatura) e tre al Senato (VII, VIII e IX).

Come vedremo a proposito dell’VIII Legislatura, fu per due volte sottosegretario, primo astigiano ad assumere cariche di governo della Repubblica. Miroglio era un parlamentare molto legato al territorio con un suo ufficio elettorale sempre attivo e solerte nel rispondere alle richieste degli elettori.

In questa quinta legislatura troviamo eletto al Senato Giovanni Boano, figura illustre di studioso e di docente. Nativo di Castell’Alfero, partigiano in una formazione Giustizia e Libertà, Boano era stato nei primi anni del dopoguerra dirigente dell’Azione cattolica e della Democrazia cristiana, sino a diventarne segretario provinciale nel 1963. Restò al Senato per due legislature, ma fu anche parlamentare europeo (conosceva diverse lingue, compreso il russo) sino al 1976 e, dopo il ritiro dalla politica parlamentare, fu per circa
dieci anni presidente della Cassa di Risparmio di Asti.

VI LEGISLATURA
25 MAGGIO 1972 – 4 LUGLIO 1976

 

Le elezioni per la sesta legislatura si tennero il 7 e l’8 maggio 1972 e vennero anticipate di un anno perché per la prima volta i due rami del Parlamento furono sciolti dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone prima della naturale scadenza quinquennale.

Sostanzialmente i rapporti di forza si mantennero immutati, salvo il forte calo del Psiup, con una nuova vittoria della Democrazia cristiana. Da segnalare l’avanzamento del Msi che raddoppiò i propri consensi. Stabile il Pci, alla cui guida era subentrato Enrico Berlinguer.
Viene eletto alla Camera per il Pci il giovane avvocato Aldo Mirate, astigiano del 1943, destinato a diventare uno dei penalisti più noti a livello nazionale. Mirate, che ha solo 28 anni ed era già stato consigliere provinciale, sarà rieletto anche per la legislatura successiva. Accanto a lui, il già ricordato Giuseppe Miroglio (Dc) alla sua seconda legislatura alla Camera. Al Senato, riconferma per il democristiano Giovanni Boano.

Nel 1974 anche la maggioranza degli astigiani vota “no” al referendum sul divorzio, confermando la legge Fortuna con il 62,9% e un’affluenza del 90%.

VII LEGISLATURA
5 LUGLIO 1976 – 19 GIUGNO 1979

 

Le elezioni del 20-21 giugno 1976 furono le prime in cui il voto fu esteso ai diciottenni: è la stagione del compromesso storico tra Dc e Pci con il governo di solidarietà nazionale, in seguito al rapimento e all’uccisione di Aldo Moro del 1978. Nel corso della legislatura, caratterizzata da ben tre governi Andreotti, vennero approvate alcune importanti leggi, come quella sull’interruzione volontaria di gravidanza, la legge Basaglia sugli ospedali
psichiatrici e la legge che ha istituito il Servizio sanitario nazionale.

Il responso elettorale per gli astigiani porta al Senato Giuseppe Miroglio mentre alla Camera, accanto al ritorno di Mirate del Pci, entra un altro giovane, il democristiano Giovanni Goria (1943- 1994), destinato a un’importante carriera politica stroncata da
una morte precoce. Laureato in Economia, lavorava al centro studi della Camera di commercio e fu appoggiato in quella sua prima campagna elettorale dal presidente della Camera di commercio Giovanni Borello.

Goria ottenne 23.000 preferenze, restò in Parlamento per cinque legislature; in quegli anni ebbe importanti incarichi di governo: fu sottosegretario al Bilancio nel governo Spadolini (1981-82), ministro del Tesoro in due governi Fanfani (1982-83 e 1987) e nei due governi Craxi (1983-87). In seguito alle elezioni del 1987 (X legislatura) divenne Presidente del Consiglio su indicazione del segretario della Dc Ciriaco De Mita, ma si dimise l’anno dopo la bocciatura in Parlamento del suo bilancio.

Nel 1989 venne eletto al Parlamento europeo con il record di preferenze: 640.403, festeggiate con una serata di musica e abbracci dei fans nel cortile del castello di Costigliole. Dal seggio di Bruxelles si dimise per assumere l’incarico di ministro dell’Agricoltura nel settimo governo Andreotti e fu ancora ministro, questa volta delle Finanze, nel successivo governo Amato.

Per la Dc venne anche eletto l’avvocato e magistrato Franco Orione, originario di Bruno (1928-1997), che sarà riconfermato anche nella legislatura successiva; in Parlamento fece parte della Commissione giustizia. Orione era stato assessore e poi vicepresidente della Provincia di Asti e dopo l’esperienza parlamentare è stato sindaco di Nizza, membro del Consiglio europeo a Strasburgo e dell’Unione europea a Parigi. Si ricorda in campagna elettorale il suo “santino” che riproduceva una carta d’identità con foto e alla voce segni particolari indicava “tutti quelli necessari per essere eletti al Parlamento”.

1976: inizia l’ascesa del giovane deputato democristiano Giovanni Goria

VIII LEGISLATURA
20 GIUGNO 1979 -11 LUGLIO 1983

 

L’ottava legislatura, in seguito alle elezioni del 3-4 giugno 1979, vide il succedersi di ben sei governi: due guidati da Cossiga, uno da Forlani, due da Spadolini (il leader repubblicano fu il primo presidente del Consiglio non democristiano nella storia della Repubblica) e uno da Fanfani.

È la legislatura in cui si inaugura la formula del pentapartito, con Dc, Pri, Psi, Pli e Psdi. In chiave astigiana, la legislatura vide l’ingresso in Parlamento di un nuovo rappresentante
del Pci: oltre ai riconfermati Goria e Orione alla Camera e Miroglio al Senato, entrò a Montecitorio Giancarlo Binelli, alessandrino mandato ad Asti a guidare la federazione
provinciale del Pci. Gran fumatore, sempre elegante, puntuto negli interventi, Binelli fu riconfermato alla Camera per altre due legislature, la IX e la X.

Come si è già accennato, Miroglio in questa legislatura fu due volte sottosegretario: ai Trasporti (dal 5 aprile 1980 al 17 ottobre 1980) nel secondo governo Cossiga e al Lavoro e alla Previdenza sociale dal 21 ottobre 1980 al 27 giugno 1981 nel primo governo Forlani.

IX LEGISLATURA
12 LUGLIO 1983 – 1 LUGLIO 1987

 

Poche le novità della IX legislatura, nata con le elezioni del 26 giugno 1983; a livello nazionale vi fu un calo della Dc, per cui fu ridotto al minimo storico il divario con il Pci. Il
pentapartito mantenne la maggioranza assoluta, anche grazie alla crescita del Psi. Craxi fu per due volte Presidente del Consiglio, e sotto il suo governo ebbe luogo la revisione dei
Patti lateranensi.

Tra gli eletti astigiani sono riconfermati ancora Giovanni Goria e Giancarlo Binelli alla Camera e Giuseppe Miroglio al Senato, ma la Dc astigiana riesce a mandare alla Camera anche Giovanni Battista Rabino, classe 1931 di Montaldo Scarampi (comune di cui successivamente sarà sindaco); direttore della Coldiretti di Alessandria, Rabino è stato anche consigliere comunale e assessore al Comune di Asti con la giunta Marchia. Sarà in Parlamento per tre legislature, due volte alla Camera e una terza al Senato, membro della
Commissione agricoltura e difesa.

1994 Berlusconi e l’ondata leghista

X LEGISLATURA
2 LUGLIO 1987 – 22 APRILE 1992

 

Le elezioni del 14 giugno 1987 segnano un lieve calo della Dc e del Pci. Ottengono un buon risultato i Verdi, che arrivano al 3 per cento dei voti. La legislatura si apre con il governo guidato da Giovanni Goria, in carica dal 28 luglio 1987 al 13 aprile 1988, alla testa di un pentapartito Dc, Psi, Pli, Pri, Psdi.

Dopo Goria arriverà un governo retto da Ciriaco De Mita. Per gli astigiani solo riconferme alla Camera: Rabino e Goria per la Dc, mentre Binelli, alla sua terza legislatura, subentra
grazie alla rinuncia di altro eletto. Al Senato invece desta un certo scalpore la candidatura per la Dc, e la successiva elezione, di Luigi Poli, assai poco conosciuto nell’astigiano.
Poli è originario di Monforte d’Alba, generale degli Alpini e Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Oltre che ad Asti, è candidato anche in un collegio del Friuli. È il primo esempio locale di deputato “catapultato” in un collegio ritenuto sicuro.

XI LEGISLATURA
23 APRILE 1992 – 14 APRILE 1994

 

Con le elezioni del 5-6 aprile 1992, si inizia un percorso che in seguito avrà importanti quanto per allora imprevedibili sviluppi: è la legislatura che, convenzionalmente, conclude
la stagione della “prima repubblica”. Sono comunque le prime elezioni senza la presenza del Pci, diventato Pds, e le ultime a cui partecipa la Dc. Sono anche le ultime svoltesi con il sistema proporzionale con preferenze.

La Dc ottiene quasi il 30 per cento dei voti, contro il 16 del Pds e il 13 del Psi; ma compare con forza la Lega Nord, che porta a casa oltre l’8 per cento dei consensi; ad Asti è addirittura il secondo partito.

Sarà la legislatura più breve, appena 722 giorni. In chiave locale, accanto ai riconfermati Goria alla Camera e Rabino al Senato, viene eletto al Senato anche Massimo Scaglione (1931-2015), esponente della Lega Nord. Nato a Garessio, ma di origini moncalvesi, Scaglione è un regista teatrale; è stato tra i primi dirigenti leghisti del Piemonte, assieme all’attore e cantautore Gipo Farassino, che sarà anch’egli parlamentare. Anche Scaglione resterà al Senato per due legislature, l’XI e la XII.

XII LEGISLATURA
15 APRILE 1994 – 8 MAGGIO 1996

 

La vera, grossa sorpresa si ha con i risultati delle elezioni del 27-28 marzo 1994, appena due anni dopo le precedenti consultazioni, perché le Camere furono presto sciolte dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.

Sono gli anni di Tangentopoli, dell’inchiesta “Mani Pulite”, della discesa in campo di Berlusconi con Forza Italia (e della sua clamorosa vittoria) e della crisi dei partiti tradizionali. Si vota con una nuova legge elettorale, che sarà in seguito detta Mattarellum perché elaborata da Sergio Mattarella, l’attuale Presidente della Repubblica, che prevede per la Camera un sistema misto tra maggioritario a turno unico e proporzionale e si entra così nella cosiddetta “seconda repubblica”.

Con tale legge sparisce il tradizionale collegio Cuneo-Asti-Alessandria e nasce la circoscrizione Piemonte 2, che comprende in pratica tutte le province della regione tranne
quella di Torino. Cambia anche la legge elettorale del Senato, organizzato ora a collegi regionali. Sorpresa anche per i risultati astigiani: vengono mandati in Parlamento ben quattro esponenti della Lega Nord: oltre al riconfermato Scaglione al Senato, alla Camera sono eletti il giornalista pubblicista Paolo Tagini, di Asti, nato nel 1957, riconosciuto esperto d’armi, Sebastiano Fogliato, nato nel 1967, imprenditore agricolo di Villanova (dopo una pausa tornerà in Parlamento nel 2008) e Paolo Tibaldeo Franzini, nato a Torino nel 1951 e residente a Nizza, aspetto e baffi risorgimentali che in Parlamento ha fatto parte della della Commissione inchiesta sull’Acna di Cengio.

XIII LEGISLATURA
9 MAGGIO 1996 – 29 MAGGIO 2001

 

Il nuovo sistema elettorale garantisce all’Astigiano due deputati, uno eletto al nord e uno al sud della provincia, e un senatore del collegio Asti-Acqui. Vittorio Voglino per il Partito  popolare italiano e Maria Teresa Armosino per Forza Italia sono i deputati eletti nell’Astigiano per la XIII legislatura, per cui si votò il 21 aprile 1996. Al Senato va un altro esponente della sinistra, Giovanni Saracco (Pds).

Da ricordare che in questa legislatura un altro astigiano, Claudio Caron, che pur non essendo parlamentare, è stato sottosegretario al Ministero del lavoro e la previdenza sociale nei due governi guidati da Massimo D’Alema (dal 22 ottobre 1998 al 21 dicembre 1999 e dal 22 dicembre 1999 al 25 aprile 2000). Nato nel bresciano ma sempre vissuto ad Asti, nel 1975 Caron è stato consigliere comunale e assessore nella giunta del sindaco Vigna. Dal 1978 è segretario provinciale del Pci e poi segretario della Camera del lavoro. Contrario alla svolta del Pci, entra in Rifondazione comunista e poi nel Pdci. Dal 2002 al 2005 è stato presidente dell’Azienda servizi pubblici di Asti.

Vittorio Voglino, originario di Villafranca, laureato in pedagogia, è stato prima docente e poi preside di scuola mediae alla Camera ha fatto parte della Commissione cultura e istruzione. È stato poi sindaco di Asti dal 2002 al 2007.

Maria Teresa Armosino, nata nel 1955, avvocato con studio a Torino, originaria di Tigliole e nipote dell’ex deputato Dc Giuseppe Armosino, è stata deputata per due legislature e per due volte sottosegretario al Ministero dell’economia in due governi guidati da Berlusconi. Nel 2008 venne eletta, dopo ballottaggio, vincente su Roberto Peretti, presidente della  Provincia di Asti, carica da cui si è dimessa nell’ottobre 2012, con diversi colleghi di altre province, per protesta contro la soppressione delle province avviata dal governo Monti.

Il senatore Giovanni Saracco, architetto, in precedenza era stato consigliere provinciale tra il 1985 e il 1990, e successivamente sindaco di Villafranca, suo comune di origine, dal 1990 al 1999.

XIV LEGISLATURA
30 MAGGIO 2001 – 27 APRILE 2006

 

Le elezioni si tennero il 13 maggio 2001. A fronteggiarsi furono la Casa delle libertà, formata dai partiti del centrodestra, e l’Ulivo, coalizione di centrosinistra guidata da Francesco Rutelli. La vittoria del centrodestra portò a un nuovo governo Berlusconi, il secondo, a cui ne seguì un terzo.

In chiave astigiana risultarono non eletti i candidati del centrosinistra, confermati invece Maria Teresa Armosino (Cdl Forza Italia) alla Camera e Guido Brignone (Cdl Lega) al Senato. Ma va in Parlamento anche un nome notissimo agli astigiani, Giorgio Galvagno, docente di educazione fisica. Esponente prima del Psi e poi di Forza Italia, Galvagno era già  stato assessore comunale, vicesindaco e poi per due mandati sindaco di Asti, dal 1985 al 1994, quando il Comune fu commissariato in seguito alle vicende della discarica di Valle
Manina. Terminata l’esperienza parlamentare, Galvagno è stato ancora sindaco di Asti per un terzo mandato, dal 2007 al 2012.

Guido Brignone, classe 1947, nato a Centallo nel Cuneese, insegnante di scuola media, è imposto dalla Lega Nord nel collegio Asti-Canelli-Acqui. Ha fatto parte della Commissione
istruzione pubblica, beni culturali.

XV LEGISLATURA
28 APRILE 2006 – 28 APRILE 2008

 

Le elezioni del 9 aprile 2006 furono un bel testa a testa: il centrosinistra (ribattezzato questa volta “Unione”) ebbe a livello nazionale appena 25.000 voti in più degli avversari e l’esito fu incerto sino alla fine dello scrutinio; si votò secondo quanto previsto dalla nuova legge elettorale firmata dal leghista Calderoli, con sistema proporzionale con liste bloccate senza preferenze e premio di maggioranza.

Fu una legislatura breve, appena 732 giorni, la seconda per brevità dopo l’XI, per appena dieci giorni. In tutta la legislatura vi fu un solo governo, guidato da Romano Prodi.

Accanto alla riconferma di Maria Teresa Armosino, al suo terzo mandato, ottenne il seggio parlamentare alla Camera Massimo Fiorio, eletto nelle liste del Pd della coalizione dell’“Unione”. Fiorio, nato a Torino nel 1968, laureato in Filosofia e ricercatore all’università di Macerata, è stato sindaco di Calamandrana per due tornate amministrative. Si occuperà di temi agricoli. Sarà riconfermato, nelle liste del Pd, nelle due legislature seguenti, la XVI
e la XVII. Mancarono di pochissimo l’elezione Galvagno e Flavio Accornero, dell’Udc.

XVI LEGISLATURA
29 APRILE 2008 – 14 MARZO 2013

 

Si è votato il 13 e il 14 aprile 2008. La legislatura terminerà in seguito alle dimissioni del governo “tecnico” guidato da Monti che aveva ricevuto l’incarico, non senza polemiche, dopo la crisi dell’esecutivo guidato per la quarta volta da Berlusconi.

Per quanto riguarda la rappresentanza astigiana, oltre alle conferme di Massimo Fiorio (Pd) e Maria Teresa Armosino (Pdl), torna in Parlamento il leghista Sebastiano Fogliato, per rinuncia di Umberto Bossi, che sceglie di rappresentare un altro collegio. Entra in un  secondo momento in Parlamento anche il canellese Roberto Marmo, nato nel 1952, già sindaco di Canelli e Presidente della Provincia di Asti dal 1999. Fece scalpore la decisione di Marmo di dimettersi dalla carica di Presidente della Provincia per candidarsi alle elezioni politiche del 2008.

Marmo candidato per il Pdl non venne eletto, risultando il primo degli esclusi: entrò a
Montecitorio nel maggio 2011, in seguito alle dimissioni del deputato Marco Botta, aderendo al gruppo “Popolo e territorio”. Mancano di pochissimo l’elezione due altri astigiani, Sergio Ebarnabo, candidato alla Camera (Pdl), e il dietologo Giorgio Calabrese, candidato al Senato per il Pd, svantaggiati ancora una volta dalle caratteristiche della legge  elettorale.

XVII LEGISLATURA
15 MARZO 2013 – 22 MARZO 2018

 

Le elezioni per la XVII legislatura si tennero il 24 febbraio 2013 e dai risultati elettorali emerse che nessuna delle coalizioni aveva ottenuto una vittoria netta. Da segnalare che questa è stata la legislatura con la maggior rappresentanza femminile in Parlamento. Si succedettero tre governi a guida Pd con Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Anche questa volta le Camere furono sciolte con qualche mese di anticipo dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Per la prima volta si è presentato il Movimento 5 stelle, guidato da Beppe Grillo; la maggioranza va al centrosinistra, ma i 5 stelle ottennero ben 108 deputati. Tra questi approdò in Parlamento l’astigiano Paolo Nicolò Romano, nato nel 1984, perito industriale, che alla Camera ha fatto parte della Commissione trasporti. Con lui il riconfermato Massimo Fiorio (Pd), al suo terzo mandato.

XVIII LEGISLATURA
23 MARZO 2018 – IN CORSO

 

Arriviamo così alla legislatura in corso, la XVIII; le elezioni, ancora una volta anticipate, seppur di poco, si tengono il 4 marzo 2018, col sistema elettorale definito Rosatellum, dal nome del suo ideatore, il deputato Ettore Rosato. Record, negativo, di astensione alle
politiche, con il 73 per cento dei votanti.

È la legislatura con l’età media più bassa degli eletti nella storia della Repubblica: 44 anni
alla Camera, 52 al Senato. Ancora una vittoria del centrodestra come coalizione (37 per cento dei voti), ma il partito più votato è stato il Movimento 5 stelle, (32 per cento). Le vicende dei due governi Conte (Lega-5 stelle) e poi 5 stelle-Pd-Leu-Iv, sono storia attuale e ancora da sedimentare.

In Piemonte sono stati eletti 67 parlamentari, tra deputati e senatori. Tra gli astigiani, riconferma per Nicolò Paolo Romano (fa parte della Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni) mentre il seggio parlamentare del collegio uninominale astigiano è andato ad Andrea Giaccone (Lega), nato nel 1976, architetto, ex assessore all’urbanistica del Comune di Asti, segretario della Lega astigiana e vicesegretario regionale. Alla Camera è presidente della Commissione lavoro.

Questa lunga carrellata sugli oltre settant’anni di rappresentanza parlamentare astigiana si conclude con una constatazione su come sia cambiato il modo di essere o di rappresentare il ruolo di deputato o senatore di un territorio. Non più personaggi al centro di una rete collaudata e oliata di conoscenze e piccole e grandi clientele di partito o gruppo economico,  portatori a Roma di interessi spesso specifici. Ora con i social e soprattutto con i sistemi elettorali a liste bloccate cambia il rapporto con gli elettori ed è cambiato anche il modo di essere parlamentare a Roma, inserito in scelte che spesso sono decise al di fuori dagli emicicli di Camera e Senato.

Infine una domanda – in attesa di risposta – resa attuale dall’annunciato referendum costituzionale sul tema: quanti saranno i parlamentari astigiani a rappresentare un piccolo territorio con la riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200 elettivi al Senato?

 

Per saperne di più

 

www.camera.it

www.senato.it

 

 

 

L'AUTORE DELL'ARTICOLO

Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

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