In questo saggio l’astigiano Armando Brignolo, uomo carico di passioni che coinvolgono politica, scrittura, ricerca religiosa, arte e cultura cita un tonante brano da un libro di Gramsci contro gli ignavi e gli indifferenti: “Odio gli indifferenti. Credo che vivere vuol dire essere partigiani. Non possono esistere solamente uomini, gli estranei alla città… Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria. Non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” (Antonio Gramsci, La città futura, 1917).
Brignolo, 81enne giovanissimo ed esuberante, ha passato la vita nella volontà di aiutare le persone a immergersi nei veri problemi del mondo – il mondo piccolo, il mondo grande – e tessere con consapevolezza e passione la tela della vita individuale e collettiva. Brignolo fa anche un quadro della sua vita, nel capitoletto Famiglia di operai. Papà e mamma hanno lavorato per trent’anni alla Way Assauto, Armando beveva i loro discorsi a cena; il papà fu anche partigiano e il piccolo Armando voleva, ancora piccolo, partecipare con il papà alla lotta per la libertà. Frequentò per quattro anni la scuola del partito comunista delle Frattocchie; più tardi abbandonò la politica attiva, pur rimanendo fermamente marxista.
Brignolo appare nei suoi scritti come uomo, oltre che appassionato, colto. Ha studiato da autodidatta, ben convinto che “lo studio non solo permette di acquisire conoscenza, ma tempra il carattere, rende sicuri di sé, fa in modo che ognuno possa dire la sua tenendo testa a coloro che con le proprie idee tentano il raggiro.”