Fin dalla prefazione, appare evidente quanto Pier Giorgio Bricchi ami la musica e il teatro.
Quest’ultimo lo definisce “una sorta di spazio fuori del tempo dove si rinnovano il rito
della bellezza e della riflessione”.
Nella prima parte del libro, l’Autore mette in chiaro come l’atteggiamento del pubblico nei confronti dell’opera lirica sia mutato. Paradossalmente si dà meno peso alla voce dell’interprete, mentre l’attenzione è verso ciò che essa sa trasmettere.

Anche il critico oggi utilizza i social network per i suoi giudizi. Bricchi invece dello spettacolo si fa un’opinione che confida a se stesso e a pochissime altre persone. Di piacevole lettura i capitoli che mettono in risalto la capacità di analisi dell’Autore, il tutto unito ad una piacevole ironia.
Nella seconda parte un omaggio a Verdi e al nostro Alfieri.






































