giovedì 21 Novembre, 2024
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Insegne senza Ruggine

Il mondo di carta della famiglia Bagnasco

Sotto i Portici dei librai un magazzino d’altri tempi

Due chiacchiere davanti al negozio della pettinatrice Negro. Accanto c’era Adorni, l’antiquario. Un po’ più in là, sull’angolo con piazza San Secondo, l’orefice Bertone che passò poi mestiere e bottega alla famiglia Utari. Un saluto al signor Mazzoleni, che aveva lì accanto il suo emporio di casalinghi, poco più in là la nuova e allegra insegna di “Gina la piadina”, ed eccoci qui alla cartoleria Bagnasco. Siamo nel cuore di Asti, sotto i portici dei librai in via Pietro Gobetti. Sono portici bassi e di impianto medioevale, molto suggestivi. Sporgendosi un poco s’intravvede la collegiata di San Secondo, e dall’altra parte uno spunto di corso Alfieri. È lo scorcio che vedono ogni mattina, da quasi mezzo secolo, Giovanna e Sergio, ragazzi degli Anni 30. Tre figli: Marinella e Daniele che proseguono il mestiere di papà e mamma, e Carla che fa l’insegnante. Nel 2016 la famiglia Bagnasco festeggierà i 45 anni di attività. Rilevarono quella bottega della carta nel 1971 dalla signora Manina, da tutti più conosciuta come magna Carola. Prima di lei c’era la famiglia Rizzotti e ancora prima i Ceccarelli. Tutti venditori di carta astigiani. Oggi l’insegna è dipinta di “maron” ma s’intravede ancora la vecchia scritta dei primi proprietari. C’è un’insegna ancor più antica, in legno dipinto, custodita nel magazzino. I Bagnasco hanno scelto una più sobria – verrebbe quasi da dire più astigiana – vetrofania adesiva bianca. D’altronde l’insegna sarebbe persino superflua. Della bottega si ha già sentore svoltato l’uno o l’altro angolo dei portici. Un’infilata di carta: tovaglioli e rotoli per cassetti e carta assorbente e cartoline di Asti. E poi, a seconda della stagione e del periodo dell’anno, oggetti a tema: dalle stelle filati e maschere per Carnevale alle luminarie, palline e altri addobbi per l’albero aspettando il Natale. 

Giovanna e Sergio con i loro figli Marinella e Daniele nel negozio colmo di prodotti di carta dei librai in via Gobetti

 

In 27 metri quadri migliaia di articoli

 

In tutto sono 27 metri quadri, vetrina inclusa. Ventinove se si conta il plateatico del marciapiede. «Quel negozietto piccolo ma dove hanno tutto, dicono di noi» riferiscono Marinella e Daniele con quel loro sorriso contagioso. Un tratto, quello del sorriso, che è nel DNA di tutta la famiglia. È come se parlassero sorridendo. «Fino a pochi anni fa si vendeva molta più carta da pacchi – racconta papà Sergio – e poi sacchetti del pane, la carta fioretto per incartare l’oleata, le carte alimentari. C’erano carte molto più spesse. Oggi tante cose non esistono più» Continua il signor Bagnasco: «Quando abbiamo aperto erano arrivati i primi tovaglioli di carta che furono una grande novità. Non c’erano neanche ancora le borse di plastica»  Sergio prima faceva il salumiere da Cuniberti. E ancora adesso ha la passione della cucina. «Abbiamo tenuto lo stesso genere di merce, ma il lavoro è cambiato completamente – spiegano Marinella e Daniele – Come sopravviviamo? Siamo piccoli, ma con un grande magazzino. Soprattutto ci siamo diversificati e specializzati sull’oggetto bello. Il foglio di carta da regalo. Il nastro. La carta di riso. Compriamo solo carta bella. Condividiamo con i nostri clienti, il piacere dell’oggetto esclusivo»  Varcando la porta si ha subito la percezione del tutto pieno. Sono migliaia e migliaia di oggetti: borse di carta colorate appese al soffitto, scaffali pieni di carta da cassetti e da pacchi, tovaglie e tovaglioli, palloncini, fiocchi, colori, biro, quaderni, cartelline, palline di Natale, bigliettini, maschere di carnevale, ragnatele e scheletri di Halloween, album da disegno, giochi. C’è persino un mazzo di cornetti napoletani anti iella. Nei cassetti, squadra, righelli, goniometri, compassi e tutti i tipi di quaderni. 

Mamma Giovanna con la bilancia pesa carta che è piaciuta anche a Giovanni Spadolini

 

Il boom delle cartoline quando c’erano i militari di leva

 

«Non siamo multimediali e molto controcorrente – scherza Marinella, una passione per il tango che condivide con il marito – I taccuini una volta andavano a quintali. Ora non più, ma gli appassionati restano». Idem le cartoline di Asti: «Le abbiamo fatte fare ma se ne vendono poche. Se ne vendevano di più quando c’era la caserma. I militari spedivano cartoline a raffica. Era un business incredibile». L’inventario del negozio sono 15 pagine scritte fitte fitte: «Una volta il quaderno a scuola era o a quadretti o a righe. Adesso ce ne sono mille tipi e bisogna tenerli tutti per avere la scelta» La cartoleria Bagnasco è anche un punto di riferimento per molti collezionisti: «Abbiamo vecchi pennini, schedari e quaderni che i collezionisti cercano»«Facciamo ancora la consegna nei paesi: portiamo borse bio, sacchetti per il pane e per il sottovuoto, spago. Cose così. Un tempo si facevano uno, anche due viaggi al mese. Era il nostro primo lavoro. Adesso una volta ogni mese e mezzo, quando va bene. In provincia hanno chiuso tante botteghe»Anche nel negozio di via Gobetti, fino a pochi anni fa, il lavoro triplicava il mercoledì e il sabato, giorni di mercato quando arrivavano in tanti dai paesi. Eppure Marinella confessa: «Mi piace di più adesso di una volta. La chiamo la mia finestra sul sociale».
Dopo qualche minuto in negozio, si capisce perché. Gente che va e che viene. Clienti e amici che spesso fanno salotto tra uno scatolone di cartone che fa da poltrona e il “sofà” ovvero l’antica bilancia che serviva per pesare la carta. Su quella bilancia c’è un aneddoto famoso: piacque a Giovanni Spadolini. «Stava passando sotto i portici – racconta mamma Giovanna – quando si fermò di colpo e sbirciò dentro il negozio: era incuriosito dalla bilancia. Scherzò sul suo peso,ma non si pesò». Un’altra volta, entrò Johnny Dorelli con l’allora moglie Catherine Spaak: «Era un sabato mattina e il negozio era pieno di gente. Eravamo sotto Natale. Lui aveva il raffreddore. Lei una bellissima pelliccia. Cercavano un libro e credevano che qui fosse una libreria». Una pausa, poi Giovanna riprende: «Non è stato tanto simpatico, ma questo non lo scriva»  A proposito di scrittura. Non perdetevi la rassegna di penne a biro. Mister Bic è di casa sotto questo portici. Un’infilata di carta: tovaglioli e rotoli per cassetti e carta assorbente e cartoline di Asti. E poi, a seconda della stagione e del periodo dell’anno, oggetti a tema: dalle stelle filati e maschere per Carnevale alle luminarie, palline e altri addobbi per l’albero aspettando il Natale. 

 

L'AUTRICE DELL'ARTICOLO

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Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

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