La storia e le storie possono essere racchiuse anche in un tratto di matita. Il disegno, che entra a pieno titolo nelle espressioni narrative, vi aggiunge emozione e immediatezza. “Un tratto di storia” è una nuova rubrica di Astigiani che parte ogni volta da un episodio vero e lo fa rivivere. Contagg, parola che salvò la vita a un Piemontese. «Tra i molti fatti particolari nella rotta data dai Russi ai Francesi nella guerra di Lipsia, uno se ne racconta che ha del ridicolo, e, se non è vero, è però molto probabile. Eccolo: un Sergente di Cavalleria Francese fuggendo si vide incalzato da un Cosacco, che lo inseguiva velocemente con un cavallo molto snello; ben è vero che anche quello del Sergente era anche bravo corridore, ma stanco cominciava venire meno, ed il Cosacco sempre più accelerava il suo cavallo, minacciando colla lancia di infilzare il Sergente se non si arrendeva. Vedendo il Sergente che il suo cavallo mancava, balzò di sella e colla sciabola alla mano si avventa al Cosacco gridando: Ah Contagg! A questa voce si ferma il Cosacco e gli dice di che nazione egli era: riprende il Sergente “Son Piemonteis”. Riprende il Cosacco: “E mi dcò”. Replica il Sergente “Di che paese?”, risponde il Cosacco “Di Tigliole”. Replica l’altro: “E mi d’Ovije”; dopo questo dialogo si fecero amici, disse il Cosacco che era stato fatto prigioniere dai Russi, essendo al servizio dei Francesi, e per non star ozioso si arruolò tra i Cosacchi e voleva impegnare l’altro a fare lo stesso, ma invano, perché piuttosto se gli rese prigioniere. Dal racconto presente si vede come accidentalmente una parola tanto comune nella bassa gente dei nostri contorni salvò la vita ad un soldato nel maggior pericolo di perderla».
Dal Giornale d’Asti di Stefano Giuseppe Incisa, all’anno 1814, il venerdì 14 gennaio.