Nel 1982 al Palasport di via Gerbi la mitica gara contro il CSKA Mosca
Il torneo internazionale di pallavolo maschile della prima metà degli Anni Ottanta rappresenta il momento più alto della storia dello sport astigiano nell’ormai vetusto Palasport in riva al Borbore. Domenica 7 novembre 1982 il sestetto di serie A1 Asti Riccadonna si scontra con il CSKA Mosca, vincitore di numerosi titoli nazionali e internazionali. Bisogna partire dalla cavalcata degli Anni Settanta della Voluntas Pallavolo, nata nel 1966 da studenti liceali.
Grazie alla tenacia lungimirante di Mauro Venturini, prima cofondatore e poi presidentissimo, scalerà tutti i campionati nazionali, dalla Promozione nel 1967 alla A1 nel 1980, con i marchi Pivato Mobili e Gisalumi.
Inizierà a respirare volley internazionale già in serie A2 tesserando il primo straniero, il brasiliano Joao Granjeiro Neto, ed esibendosi a Natale al torneo di Apeldoorn, in Olanda, dove sarà di casa per tanti anni sempre con prestazioni maiuscole (due secondi posti dietro a Corea del Sud e Olanda).
Conquistata la serie A1 con l’entusiasmante 3-1 di Padova, arriva uno sponsor di prestigio e con radici astigiane o meglio canellesi: la Riccadonna spumanti. Alla fine del primo buon campionato, dall’8 al 10 maggio 1980, fra Asti e Canelli, si compiono le prove generali di un torneo internazionale. Partecipano, oltre ai doppi padroni di casa, i cecoslovacchi dello Slavia Praga (che vinceranno), i bulgari del Tolbukin e il Santal Parma. Il sestetto astigiano (allenato da Cuco, con Magnetto, Gobbi, Martino, Peru, Massola, Sardi, Bonola, Vignetta e il bulgaro Valtchev) arriva secondo; vince 3-1 contro gli emiliani di Lanfranco (che giocherà poi ad Asti in A2), 3-0 con i bulgari, e strappa un set ai dominatori cechi.
Una schiacciata del russo Oleg Moliboga, con Aleksandr Savin in copertura, nell’affollatissimo Palasport di via Gerbi
Appena cinque mesi dopo prende il via il primo Trofeo Internazionale Guido Maggiora Autotrasporti, sempre tra Asti e Canelli, con otto squadre: gli jugoslavi del Mladost Zagabria e del Partizan Belgrado, i polacchi del Legia Varsavia, gli ungheresi dello Csepel Budapest, i bulgari del Mihailovgrad, le italiane Palermo e Catania, infine gli “aquilotti” (così chiamati per il rapace sulle maglie) col nuovo bulgaro Tzanov. Dopo un doppio 2-1 in qualificazione sui bulgari e sul Palermo, si scivola per 0-2 con il Mladost. Nell’epilogo, Legia (3-0) e Csepel (3-1) regolano la Ricca, che però ottiene un ottimo terzo posto battendo nella rivincita il Mladost per 3 a 2.
Otto squadre in 8 città piemontesi e finale ad Asti
È dall’1 al 7 novembre 1982 che Asti si consacra tra le capitali europee della pallavolo maschile. Il presidente Venturini e il suo staff, composto da Gigi Uberti, Roberto Venturini, Luciano Davi, Francesco Melis, Piero Rolando, Armando Merlini, Aldo Babarino, Luigi Gazzola, Enzo Oddone, Ezio Mosso, Giorgio Tuzza, e i manager spumantieri Aldo Bellè e Sandro Chiriotti, riescono a organizzare un evento senza precedenti ad Asti.
Viene ideato un girone all’italiana, con 8 squadre per 28 incontri, suddivisi fra le 8 sedi di Asti, Alba, Novi Ligure, Pinerolo, Savigliano, Bra, Cuneo e Mondovì. Ci sono le telecamere di TeleAlba e Telecupole, con la Rai che trasmette la gara del 6 novembre Riccadonna- Chieti.
A dar spettacolo in giro per il Piemonte ci pensano i galattici russi del CSKA Mosca (già ad Asti nel 1980 contro la Gisalumi) con Savin, Sapega, Politchouk, Pantchenko, Moliboga, Kondra, Losev; i polacchi del Legia Varsavia, vincitori in Coppa Campioni (con Wojtowicz ma senza il capitano Swiderek, arrivato da pochi giorni ad Asti), i turchi dell’Eczacbasi Istanbul, gli slavi del Partzan Belgrado e le italiane Casio Milano (con il regista della nazionale Dall’Olio che nel 2001 allenerà ad Asti), Chieti (al timone dell’argentino Eldenstein, che l’anno dopo sarà alla Riccadonna), e Americanino Padova.
Il sestetto di Cuco (che affianca i nuovi Lazzeroni, Pilotti, Berti e Swiderek, a Gobbi, Martino, Magnetto, Peru, Bonola, Massola e Capello) fa meraviglie fin dal primo incontro, battendo 3-0 Legia, 3-1 Milano, 3-1 Padova, 3-0 Partizan, 3-1 Istanbul e 3-0 Chieti. Solo il CSKA tiene il passo degli spumantieri contro cui è in finale.
Alla finalissima pubblico straripante e ingressi bloccati
Domenica 7 novembre, alle 17, le due imbattute si giocheranno il secondoTrofeo Internazionale Guido Maggiora. Dopo una settimana di spettacolo itinerante, gli sportivi accorrono da tutto il Piemonte al Palasport di Asti che per l’ennesima volta non riesce a soddisfare la capienza dei tifosi. Dopo i primi 1500 biglietti venduti, la questura fa chiudere il botteghino e centinaia di esclusi rumoreggiano, invano, all’esterno, certificando così il record imbattuto del Palasport.
La gara è fantastica, le vetrate del palazzetto per poco non si frantumano per l’entusiasmo degli spettatori che assistono al vittorioso primo set astigiano (15-9). In seguito però i russi ristabiliscono le proporzioni e vincono 3-1, concedendo appena 14 punti in tre set. Ma Asti e la Ricca hanno vinto comunque nel momento più alto della propria parabola internazionale domestica. Di quella settimana fantastica i numeri sono importanti: almeno 26.000 spettatori nei 28 incontri, esclusi i quasi 2000 della finale; oltre 100 gli atleti ospiti.
Due su tutti gli aneddoti da ricordare. In occasione di Ricca-Legia, al Palasport, squadre in campo per il riscaldamento, ma senza palloni sufficienti. Venturini li doveva portare in auto da Torino; il suo abituale ritardo viene ovviato dal vice Uberti con un blitz nel più vicino negozio sportivo. Alla finale, invece, la muraglia umana intorno al campo impedisce di portare il tavolo con le coppe per la premiazione. La soluzione è circumnavigare le mura del Palasport per entrare in campo dal lato dei magazzini.
La storia del volley internazionale ad Asti però non si conclude qui. Dal 3 al 9 ottobre 1983 si replica per la terza volta, con identica formula, ma con cinque nuove sedi per le gare (Acqui, Ivrea, Borgomanero, Alessandria e Novara). In campo cinque scuole europee zeppe di nazionali: i cecoslovacchi della Stella Rossa Praga, i bulgari del Levski Sofia, i polacchi del Legia, gli ungheresi del Malev, gli jugoslavi del Partizan e del Vojvodina Novi Sad (che torneranno ad Asti dopo poche settimane per la Coppa Confederale). Con loro la Riccadonna più forte della storia (quarta in campionato dietro Torino, Parma e Modena, pur fallendo le semifinali playoff) con l’argentino Raul Quiroga, il capitano della Bulgaria vicecampione olimpica a Mosca Jordan Angelov e il trainer Chiche Eldestein.
Vince sempre (unico stop 3-2 col Partizan) e arriva alla nuovamente preconizzata finale di Asti. Contro la Stella Rossa Praga, infarcita da ben otto nazionali, cede per 2-3 (12-15 al quinto set dopo il vantaggio di 9-3) senza Peru e Vignetta, confermando lo splendido posto d’onore dell’anno prima.
Gli ospiti lasciano Asti col proposito di ritornarvi per l’ennesima volta.
Invece, dopo la cocente delusione della mancata semifinale scudetto e le traversie della quinta ed ultima stagione in A1, datata 1984/’85, col marchio Bistefani al posto di Riccadonna, il ruolo di Asti nel volley continentale si dissolve e il Palasport, testimone e concausa dell’abbandono del massimo campionato, attende ancora oggi di passare la palla a un nuovo impianto degno delle più gloriose tradizioni sportive astigiane.