Medico, scrittore, appassionato di cinema. Tante le sfaccettature nella vita di Aris d’Anelli, astigiano nato in Africa ai tempi dell’avventura coloniale italiana. Per quarant’anni ha lavorato all’ospedale di Asti, alla guida del reparto di cardiologia creò un’unità coronarica d’eccellenza. Ritornò più volte in Africa - “la terra dove ho lasciato il cuore” - e nel 1986 venne mandato in un villaggio di lebbrosi. Con la pensione, finalmente il tempo per scrivere i suoi libri e coltivare l’amore per il cinema, di cui d’Anelli è stato docente all’Utea. «Le passioni sono un luogo in cui rifugiarsi dalle durezze della vita», racconta oggi.