La Vergine Assunta in rame argentato e dorato si volge ad accogliere le preghiere dei fedeli: racchiusa nella Cappella dell’Epifania, in Cattedrale ad Asti, è scultura di particolare devozione popolare per la dolcezza dell’atteggiamento e l’armonia delle proporzioni, coeva all’Immacolata Concezione nella Cappella del Carmine di Torino. L’autore è Giovanni Tommaso Groppa, appartenente alla famiglia di orafi astigiani con capostipite Antonio, celebre bottega operante fino al 1755 su committenza di aristocratici, ecclesiastici, ordini monastici, per l’esecuzione di ostensori, calici eucaristici, pissidi, teche, reliquiari. La perizia di Giovanni Tommaso, cresciuto accanto al padre Carlo nella pratica delle raffinate tecniche di fusione e cesello dei metalli nobili, fu riconosciuta fin dalla raffinata esecuzione della flagellazione di Cristo a tutto tondo sul fusto del calice, in argento sbalzato e cesellato con coppa dorata, per l’Arciconfraternita della SS. Trinità nel 1694: un esemplare originale, raffigurante sul sottocoppa i tre misteri dolorosi dell’incoronazione di spine, del carico della croce e della crocefissione. Le ardite soluzioni plastiche ideate da Giovanni Tommaso indussero il vescovo Carlo Innocenzo Milliavacca a richiedere la realizzazione, tra il 1695 e il 1698, di quattro busti reliquiari per l’altare maggiore del Duomo, l’ostensorio “a raggio” con le Virtù Teologali per la SS. Trinità, il calice con i putti per l’Oratorio della Congregazione di S. Filippo Neri, poi ospitata nella Chiesa di S. Paolo.
La complessa esecuzione degli ornati, l’eleganza del cesello, il reperimento dei costosi metalli ed i ritardi nei pagamenti da parte dei canonici non consentì alla bottega dei Groppa di rispettare i tempi delle consegne, tuttavia Giovanni Tommaso non solo ottenne committenze nell’Astigiano, a Fossano ed a Torino, ma fu designato Priore dell’Arciconfraternita di San Michele, lasciando poi ai figli Giovanni Battista e Giuseppe Aniano l’avviata bottega. Il sacro tesoro della Diocesi astigiana è esposto al pubblico in occasione del Congresso Eucaristico, per desiderio del Vescovo Francesco Ravinale, coadiuvato dai curatori del progetto Angela Bonomi Castelli e Stefano Zecchino, con il coordinamento di Adriana Marchia, l’ideazione grafica per il congresso di Antonio Guarene e selezione musicale di don Simone Unere, la consulenza scientifica editoriale di Ivana Bologna: nella mistica penombra dello Spazio San Giovanni, l’installazione multimediale visiva e sonora, concepita dal regista Stefano Sgarella, proietta simultanei particolari degli esemplari esposti, accanto ai testi della Biblioteca del Seminario, suggerendo un’inedita contemplazione della ritualità liturgica attraverso i secoli. L’emozionante figurazione plastica del Groppa coglie l’intensità del messaggio eucaristico: come le sculture a tutto tondo di Abramo, padre dei credenti, e del re sacerdote Melchisedech raffigurano simbolicamente l’Eucarestia nell’allegorico sembiante di Gesù, così il pellicano, alla base del fusto di vitigni con virgulti e spighe di grano, nutre i piccoli con la propria carne. Celebrare la presenza del Risorto. Vasi eucaristici dell’orafo astigiano G. T. Groppa (1654-1741), Spazio San Giovanni, via Natta 36, Asti (visitabile fino al 5 giugno 2016); museo@sicdat.it).