Una bella scoperta questo libro. Nella seconda di copertina si spiega che è il primo volume di una collana prevista in 13 quaderni, relativi al XVI secolo, epoca dei Gonzaga e della Controriforma, nel marchesato aleramico. Lo indica chiaramente anche il nome della neonata casa editrice, diretta emanazione dell’Associazione che da cinque anni opera a Moncalvo e dintorni con lo scopo, fra gli altri, di «costruire le premesse per un turismo “lento” in grado di gustare la bellezza e la bontà di questa area del Piemonte».
Un’altra scoperta, leggendo tutto il libro, è il talento dei due autori nel trattare con indiscutibile scientificità l’arte pittorica religiosa di Domenico e Orsola Caccia, inserendola in una chiara visione del contesto storico decisamente complesso dell’epoca, a partire dagli eventi politici e dalle lotte di potere fino al ruolo e all’influenza della chiesa.
È l’epoca della Controriforma, del Concilio di Trento che rinnova profondamente la religione per ostacolare le riforme luterana e calvinista. Di grandissimo interesse anche la biografia della famiglia Caccia, la morbosa religiosità del capofamiglia che ottiene dal vescovo di fare della sua casa una sorta di laboratorio-convento per le figlie, tutte monacate e dedite alla pittura: Orsola eccelle, superando in alcuni casi il padre. Non a caso le opere raffigurate sono nella maggior parte di Orsola, anche perché meno studiata del padre, ma sicuramente di lui più “moderna”, più orientata verso la misticità del barocco, superata l’aulicità rinascimentale. Ottimo l’apparato iconografico, a cura di Giampiero Marchiori, perfettamente inserito nel testo.
La prima impressione che si ha del libro è quella di un’opera finalmente non “accademica”, ma di lettura piacevole per chiunque, addirittura di stimolo per partire e andare in giro per il nord Italia a cercare le opere dei Caccia, certi di poterle correttamente leggere grazie alla lettura che ne hanno fatta per noi Verdon e Longhi. Last but not least, l’opera è in italiano e in inglese. Stupisce solo la mancanza della bibliografia.