sabato 14 Dicembre, 2024
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Enrico Panirossi

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Nato ad Asti il 30 gennaio 1981. La prima testata per cui scrive è il giornalino della scuola, al liceo classico Alfieri. Ha collaborato con La Nuova Provincia e ora ha una sua attività di comunicazione con cui aiuta le aziende a farsi trovare su Internet. Guida escursionistica, organizza passeggiate nella natura.

I quindici giorni in cui Asti si sentì un po’ Hollywood

Chissà che faccia avevano, mentre uscivano dal cinema Politeama. I primi astigiani ad aver visto Spaghetti a mezzanotte, la commedia girata in città l’autunno...

Mamme ostaggio per salvare i figli dalla guerra

Il seminario di Asti in una cartolina dei primi Anni ’30. Aveva un ingresso che si affacciava su piazza Catena La Repubblica Sociale per costringere...

L’abbazia fantasma

Ai piedi della collina di Azzano d’Asti non resta nulla a testimoniare l’esistenza del monastero di San Bartolomeo. Su quelli che oggi sono campi...

Aris d’Anelli

Medico, scrittore, appassionato di cinema. Tante le sfaccettature nella vita di Aris d’Anelli, astigiano nato in Africa ai tempi dell’avventura coloniale italiana. Per quarant’anni ha lavorato all’ospedale di Asti, alla guida del reparto di cardiologia creò un’unità coronarica d’eccellenza. Ritornò più volte in Africa - “la terra dove ho lasciato il cuore” - e nel 1986 venne mandato in un villaggio di lebbrosi. Con la pensione, finalmente il tempo per scrivere i suoi libri e coltivare l’amore per il cinema, di cui d’Anelli è stato docente all’Utea. «Le passioni sono un luogo in cui rifugiarsi dalle durezze della vita», racconta oggi.

Piazza Alfieri e Campo del Palio

Dagli archivi emergono i progetti di una Asti mai vista. Sono le idee di architetti e urbanisti che non hanno mai visto la luce, piazze ed edifici rimasti sulla carta. Se fossero stati realizzati, oggi la città sarebbe quasi irriconoscibile: la casa littoria – oggi sede dell’Intendenza di Finanza – si sarebbe aperta verso piazza Alfieri con una corte porticata. Piazza Campo del Palio non esisterebbe più, al suo posto vedremmo oggi viali, palazzi e giardini. E un intero isolato del centro storico, in epoca fascista, doveva diventare un'area verde, mentre dalle parti di Valmanera era previsto uno stadio di hockey. Viaggio tra le prospettive inedite di una città, dove i progetti scartati hanno lasciato vuoti urbanistici che ancora oggi faticano a trovare un’identità.

Quei tesori nascosti nelle acque del Tanaro

I geologi lo sanno: il corso di un fiume non è mai uguale a se stesso, si modifica, sposta il proprio alveo, si trasforma. Un lavorìo durante il quale il fiume non trascina con sé soltanto rocce, sabbia e terra, ma anche tutto ciò che l’uomo ha lasciato alla portata delle sue acque. E quanto più la civiltà si affaccia sulle sponde, tanto più è cospicuo il “bottino” delle correnti. A volte il caso o la curiosità o la tenacia scientifica degli uomini fanno sì che il fiume restituisca ciò che ha preso e custodito.