Le 730 pagine per un libro di lettura sono tante, ma pochi libri di un simile peso hanno la leggerezza e la piacevolezza senza soluzione di continuità di questo. Carla Forno è persona molto colta, di una cultura che dai libri è passata attraverso il cuore dove è stata “purificata” dalla semplice erudizione. Il libro è una sorta di viaggio nelle case di autori diversi, luoghi reali, che assumono tuttavia il valore di luoghi interiori, testimoni delle vite di poeti e musicisti. Si parte naturalmente da Alfieri per andare a Goethe e Schiller, da Wagner a Liszt, da Andersen ai fratelli Grimm, da Puccini a Pascoli, da Verdi a Manzoni, ma anche Goldoni, Mozart, Beethoven e altri.
Di volta in volta, la casa si identifica con la biblioteca, il salotto, il giardino, il teatro, la tomba. Con il raccoglimento della scrittura o con il rito della «civil conversazione»; luogo privato, votato all’intimità, o meta sfuggente dell’inesausta ricerca di sé da parte di autori diversi. Le «amate stanze» sono quelle varcate durante i colloqui immaginari che si snodano nel libro: luoghi di spazio e di tempo; rappresentazioni di infanzia e vecchiaia, di vita e di morte; testimoni di solitudine o mondanità. Interni da contrapporre a esterni di città o campagna. Interni protettivi, nei quali difendersi dalla Storia, o affollati di incubi e ossessioni. Il libro ha un apparato iconografico degno di nota che, accoppiato alla lettura, ci fa entrare in un mondo lontano, nell’intimità e nella grandezza degli artisti.