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Single di tutto il mondo unitevi

Nata tra ironia e intuito nel 1986 ad Asti la prima lega dei singoli
Nacque il 30 novembre 1986, a Nizza Monferrato, alla cascina agrituristica di Assunto Morengo, la Lega dei singoli, e venne celebrato il primo congresso.

Accolti dai versi di Quasimodo «Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole ed è subito sera», stampati sulla cartellina, una quarantina di uomini e donne, in prevalenza astigiani, tra i 35 e 50 anni, si ritrovarono, il 30 novembre 1986, a Nizza Monferrato, alla cascina agrituristica di Assunto Morengo, per celebrare il 1° Congresso mondiale della Lega dei singoli. Mondiale non tanto per la partecipazione internazionale, ma per l’incontestabile primato del debutto ufficiale. 

Oggi è facile diffondere progetti di associazioni sui social media e raccogliere le adesioni più disparate. Trent’anni fa la rete Internet non esisteva e la comunicazione seguiva le vie tradizionali. 

Quella di Nizza era la prima uscita pubblica di un gruppo, fortemente provocatorio e autoironico, che si era costituito nei locali del circolo “Spaghetti Jazz”, in via XX Settembre ad Asti, e che si appoggiava all’Arci.

Simbolo della Lega dei singoli erano un cuore, il ferro da stiro, la ramazza e il riccio, animale mite, scontroso, fragile e tenero, solitario, amante della natura, difficile da avvicinare e per alcuni versi misterioso. 

 

Anche La Stampa si occupò dell’associazione con un articolo sull’inserto Tuttocome a firma da Laura Bosia

“Non siamo un nuovo partito o un club di cuori solitari”

 

Nella relazione introduttiva che illustrava lo Statuto il “gran timoniere” Gabriele Biglino, artigiano del legno di 38 anni, precisò che la “Lega dei singoli” non voleva essere «un partito o una parrocchia e nemmeno un’associazione di ex combattenti o casalinghe frustrate o un club per cuori solitari… ma un nuovo modello di gravitazione associativa».

Nell’analisi sociologica affermò che «Il singolo è il prodotto delle frantumazioni delle società, della caduta di tensioni e speranze per il cambiamento sociale, della perdita di identità e valori dell’individuo, ma nello stesso tempo il singolo è punto fermo da cui ripartire, di una nuova unità cromosomica per ricostituire la società…».

Sotto l’aspetto politico ipotizzò che «Il singolo sia potenzialmente il vero rivoluzionario degli anni futuri. Giungere al socialismo, facendo crollare di colpo nella coscienza delle masse, la coscienza di massa. Esaltare il singolo per far crollare l’uomo massa. Non un nuovo individualismo, né una nuova fede anarchica, ma una rivolta cosciente di singole coscienze». L’articolo 6 dello Statuto proclama con evidente provocazione: «I singoli operano individualmente per il superamento del capitalismo in curva e senza mettere la freccia». 

Ma chi è un singolo? Uno spazio rilevante per individuarlo lo occupano i sentimenti. In particolare è romantico e si precisa che «ama camminare sotto la pioggia, tra le foglie portate dal vento, lasciare impronte fresche sulla neve, distendersi tra le zolle concimate, scorticarsi in un fitto canneto». È anche generoso e corretto e «non può rubare la marmellata altrui…». 

Quest’ultima indicazione, dopo la presentazione di una mozione e a seguito di un vivace dibattito, fu poi ammorbidita precisando «che non ruba la marmellata degli altri singoli…».

Le cronache di quel primo e unico congresso riferiscono che alla relazione di Biglino seguirono gli interventi degli ospiti accreditati che portarono “indirizzi di saluto” ed “espressioni di solidarietà”. Tra questi Enzo De Pasquale (segretario del Pci astigiano) che parlò dell’unicità del single con riferimenti a Democrito (atomo perfettamente chiuso in sé) e Leibniz (monade), Luciano Nattino (capogruppo del Pci in Provincia) che coniò il termine “singolitudine” per discriminare tra “soli”, emarginati, club di cuori solitari o casalinghe frustrate, Enrica Cerrato (Confcoltivatori) che spezzò una lancia a favore dei “singles coatti” di certi ambienti rurali, evocando la curiosa figura dei bacialé, di Maura Rosa (rappresentante di Democrazia Proletaria) che propose una “campagna protezionistica per i singles, individui in via d’estinzione”, di Bruno Bego a nome dei Comunali, di Claudio Corsi (titolare del negozio Fotomarket) che, in tema fotografico, promozionò pellicole “corte” a misura di singoli o ricca strumentazione di autoscatti. Non si parlava allora di selfie.

Ci fu anche chi come Cens Giambelluca (titolare coiffeuse “Le Giambelluca”) pubblicizzò servizi di “estetica single” a prezzi promozionali. 

Fu anche lanciata l’idea del manuale-rivista Il riccio, una vademecum di consigli pratici per chi aveva scelto la solitudine. Si discusse molto sulla lavatrice modello “single” che doveva distinguere chi avesse veramente fatto tale scelta di vita.

Ci fu anche chi, indissolubilmente legato alla propria famiglia o al partner, caldeggiò l’istituzione di un “Arci mamma” (con simbolo la papera, studiata da Lorenz nei suoi atteggiamenti dipendenti).

Dopo l’approvazione dello statuto furono assegnate le cariche istituzionali e nominate le commissioni di lavoro. Presidente: Michele Nieddu (protosingle, sarto di 50 anni); Segretario-grande timoniere: Gabriele Biglino; Commissione politica: Gabriele Biglino, Liliana Biglino, Franco Rabino, Cens Giambelluca; Commissione Carta Diritti: Carlo Lisa, Annelisa Ubertone, Patrizia Masseroni; Commissione organizzativa: Nadia Massetti, Enrica Cerrato, Maura Rosa, Lori Nebiolo.

 

La relazione del “Gran timoniere” Gabriele Biglino al congresso del 1986 a Nizza, con Franco Rabino e Michele Nieddu

 

La carta dei diritti dei singoli fu inviata al presidente della Repubblica

 

Dalle indicazioni del congresso fu elaborata la “Carta dei diritti dei singoli”, inviata al presidente della Repubblica Francesco Cossiga e a quelli della Camera e del Senato. Un documento che tra il serio e il faceto anticipava alcuni temi divenuti negli anni di grande attualità.

In essa si ribadiva il diritto a: solitudine organizzata, socialità selezionata, alle piste ciclabili per bici monoposto, bibici e tandem (quando si ha voglia di pedalare in due), trattamento paritario in concorsi, selezioni, graduatorie varie, sabato libero per girovagare al mercato, lavatrice programmata per i single, divorzio breve (per passare da de facto a de jure single) senza avvocati e tasse, alloggi a misura di single con finestre sul mondo e scale e uscite di sicurezza per mogli e mariti di amici e amiche, equo-canone pro single (coefficiente – 1,50), vivere senza troppi pietismi e moralismi il ruolo di ragazze madri e ragazzi padri con conseguente baby-sitteraggio di quartiere e caseggiato, marmellata altrui, esclusa quella dei soci singoli, monodosi nei supermercati (basta gli sconti ai soli formati famiglia!), prezzi controllati per mense e lavanderie, detrazioni sul modello 740 e simili, congedo “single” alla prima nevicata e al primo giorno di primavera e che si concludeva con lo slogan “No alla tassa sul celibato. Singolo è bello”.

Nei mesi successivi furono aperte azioni dimostrative come quella sull’applicazione delle “Norme sulla documentazione amministrativa e sulla legalizzazione e autenticazione di firme”, sull’equo canone e sulle monodosi nei supermercati.

 

Un gruppo di fondatori della Lega dei singoli nel 1986 nelle cantine del locale Spaghetti Jazz in via XX Settembre. Al centro con la scopa Gabriele Biglino. Gli sono accanto Franco Rabino, Carlo Lisa, Michele Nieddu, Annelisa Ubertone, Patrizia Masseroni, Cens Giambelluca

 

Nel 1987 la Lega singoli chiese di correre il Palio con il simbolo del riccio

 

Il 29 agosto 1987 la Lega dei singoli inviò una curiosa lettera all’allora sindaco di Asti Giorgio Galvagno, chiedendo di partecipare come Rione del Riccio (l’ambito territoriale era una zona compresa tra Asti e Settime) al Palio del 20 settembre con il fantino inglese signorina Gay Preston. Il segno araldico era un riccio nero in campo rosso. La richiesta fu rifiutata dal Consiglio del Palio.

Nel dicembre 1988 l’Arci-Singles-Lega dei Singoli si costituì come Lega nazionale e lanciò la campagna di tesseramento 1989 a livello nazionale con possibilità di rilascio del diploma di “Zona amica del riccio” per i territori che riuscivano a sostenere il tesseramento con almeno 50 iscritti.

Fu anche promossa una raccolta di firme per una proposta di legge che permettesse ai singles di adottare bambini, un tema che ancora oggi rimbalza nel dibattito sociale e politico sul ruolo e la natura della famiglia.

I tempi però non erano maturi ed evolvono in fretta. Nell’agosto-settembre 1989 i mass media dichiararono il tracollo del single. Tra gli altri, Panorama intitolò “Vorrei tanto essere in due”, Stampa Sera decretò: “…E i single vanno in crisi”. Perfino Erica Jong, la scrittrice americana che nel suo bestseller Paura di volare aveva teorizzato sesso libero e casuale, dopo anni di sbandierato “singolismo”, si sposò con un borghesissimo avvocato newyorchese. Tra gli astigiani anche il “grande timoniere” e altri soci fondatori della lega si accasarono. I tempi del single corteggiato, invidiato, considerato fortunato lasciarono il posto al “cocooning”, l’imbozzolamento. Single non faceva più status symbol. Corsi e ricorsi della storia. 

 

Le Schede

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Astigiani è un'associazione culturale aperta, senza scopo di lucro, che ha bisogno del sostegno di altri "Innamorati dell'Astigiano" per diffondere e divulgare la storia e le storie del territorio.
Tra i suoi obiettivi: la pubblicazione della rivista trimestrale Astigiani, "finalizzata alla raccolta e diffusione di informazioni e ricerche di storia e cultura astigiana dal passato remoto a quello prossimo, con uno sguardo al presente e la visione verso il futuro (dallo statuto), la raccolta di materiale per la creazione di un archivio fotografico, video e documentale collegato al progetto "Granai della memoria", la realizzazione di presentazioni pubbliche e altri eventi legati al recupero della memoria del territorio.

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