La Fondalpress sta per compiere i 45 anni di attività
C’è una marca da bollo da 400 lire sulla prima pagina della scrittura privata che, nel 1969, istituiva la società in accomandita semplice “Fondalpress di A. Doglione & C.”. Il timbro sul protocollo è quello del notaio Corrado Giazzi, di Castagnole Lanze; l’atto fu depositato alla cancelleria del Tribunale di Asti il 2 ottobre di quello stesso anno.
I due soci sottoscrittori erano l’industriale Alessandro Doglione e sua moglie, Milena Canobbio, casalinga.
Tenacia e lungimiranza del fondatore Alessandro Doglione
Nato a Rocca d’Arazzo 46 anni prima, nel 1923, Alessandro Doglione conosceva già bene il mondo dell’industria: sin dalla prima metà degli Anni Cinquanta era proprietario a Collegno di una fonderia di pressofusione, di fusione in conchiglia e in terra, la “Fonderia Doglione”, cresciuta rapidamente servendo il mercato dell’automobile (soprattutto la Fiat) e quello degli elettrodomestici e del bianco (in particolare la Spirea, azienda che oggi conosciamo come Indesit).
Doglione proveniva da una famiglia di agricoltori; aveva studiato a Torino, dai Salesiani, poi si era iscritto alla facoltà di Ingegneria: appena trentenne, con una decina di operai, aveva dato vita in un capannone alla sua prima azienda, lasciandosi guidare dall’intuizione e seguendo l’onda del boom economico di quel periodo.
Impiegati e segretarie lo ricordano come una persona di grande umanità. Severo, serio, di poche parole. Non si arrabbiava e non sorrideva, se non di rado: se entrando al mattino nello stabilimento torinese Doglione non proferiva parola, i suoi collaboratori avevano la certezza che stava andando tutto per il meglio.
Si era nel pieno del “miracolo italiano” e ben presto gli spazi di Collegno divennero troppo stretti per soddisfare pienamente le richieste di un mercato caratterizzato da una rapidissima crescita economica e dal forte sviluppo tecnologico. I clienti, che all’inizio erano “vicini di casa”, iniziavano a essere presenti anche da più lontano, a volte persino dall’estero; i camioncini delle consegne incominciarono pian piano a essere sostituiti da grandi automezzi, il cui transito rendeva insufficiente lo spazio esterno dello stabilimento; le stesse presse aumentavano di volume. Nacque per queste ragioni, nell’Astigiano che era la terra di origine di entrambi i coniugi Doglione (Milena era di Castello d’Annone), una nuova azienda dedicata per intero alla pressocolatura: la Fondalpress.
Nel nome, “Fond” sta per “fonderia”, “al” per alluminio, “press” per “pressofuso”; nel logo stilizzato della lettera F, la parte centrale pare un vaso capovolto e indica la “siviera” il recipiente da cui cola l’alluminio fuso andando a riempire e colorare il marchio.
La prima targa con il marchio Fondalpress l’ha voluta fondere personalmente Alessandro Doglione che si prestava anche a piccoli pezzi unici in ottone, come la lapide del monumento ai Caduti di Castello d’Annone fusa per l’occasione.
Il primissimo nucleo di addetti della Fondalpress arrivava dalle Officine Ombra, fonderie che lavoravano il ferro e avevano cessato l’attività poco tempo prima.
Il testimone portato avanti dalla figlia Maria Grazia e dal genero
Tra le aziende di Collegno e Castell’Alfero, Alessandro Doglione aveva davvero poco tempo libero. Nei rari momenti in cui staccava dal lavoro si dedicava al giardino della casa di famiglia a Castello d’Annone dove curava le rose.
Amava il suo lavoro; d’estate pochi giorni di ferie al mare gli bastavano, poi tornava nello stabilimento a riprendere le abituali occupazioni: non resisteva a lungo lontano dalla sua fonderia.
Anche grazie a questa dedizione in poco tempo la Fondalpress – che aveva fatto la sua reale comparsa nel mercato nel 1974 – divenne punto di riferimento in Italia e all’estero per molti clienti del settore.
Nel frattempo la famiglia Doglione era cresciuta, con la nascita di Maria Grazia e Luciana. Dopo il liceo classico e il Politecnico, Maria Grazia ha iniziato ad affiancare il papà Alessandro nell’impresa di famiglia.
A Fondalpress erano passate le produzioni più grandi, in serie, e nel 1978 c’era stato il primo importante ampliamento della struttura originale. A Collegno continuavano le produzioni più artigianali. Operando nell’ambito della “trasformazione della materia prima”, Fondalpress è specializzata nella produzione di medie e grandi serie di getti in leghe di alluminio di elevate caratteristiche strutturali su cui, a richiesta, possono essere eseguite lavorazioni meccaniche e assemblaggi.
Nel 1985 è stata avviata l’automazione delle isole di lavoro e nel 1996 è stato costruito un reparto interno di lavorazione meccanica.
«Mio padre era un imprenditore molto capace, affezionato e addentro all’azienda – racconta Maria Grazia Doglione. Mi ha insegnato moltissimo. Quando nel 1985 abbiamo iniziato l’informatizzazione della gestione amministrativa, mi ha affidato il compito di seguire l’intero processo di installazione e applicazione. Per questo mi ha spiegato esattamente tutto quello che gli serviva, il necessario per avere un controllo integrato della gestione e un report completo delle attività. Grazie a questo primo progetto ho avuto immediatamente una visione a 360 gradi della vita dell’azienda, dalla ricezione delle richeste di offerta fino alla loro trasformazione in ordine, dagli acquisti alla logistica, ai costi di produzione».
Nell’azienda di Castell’Alfero Maria Grazia Doglione è arrivata nel 1987, quando il direttore Marco Favro e il vice direttore Angelo Petrini le chiesero di collaborare nell’attività commerciale.
«In particolare il signor Petrini mi ha insegnato l’importanza della gestione industriale, il corretto utilizzo delle risorse aziendali. È stato lui il mio secondo grande maestro, dopo papà Alessandro» ricorda con gratitudine Maria Grazia Doglione.
Fiat è sempre rimasta tra i principali clienti, anzi, il rapporto iniziale si è andato sviluppando e intensificando con il tempo (supporti unione, coperchi differenziali, scatole cambio, pompe acqua e olio, coperchi motore, mozzi ruota). Oltre al gruppo Fca, oggi Fondalpress serve affermati brand mondiali come Opel, Psa, General Motors e alcuni clienti nell’industria del tessile, nel settore elettromeccanico e in quello idraulico. Altri settori di interesse sono la mobilità elettrica e ibrida e le energie rinnovabili. Da una fase in cui si lavorava su disegni tecnici di clienti, eseguendo esattamente la consegna di progettazione, nel tempo Fondalpress si è affermata anche come partner nella co-progettazione, grazie al raggiungimento di livelli tecnici di produzione sempre più alti che le danno voce in capitolo per rendere i prototipi più facilmente industrializzabili: Fondalpress utilizza sistemi informatici per simulare il riempimento e l’analisi dei flussi del metallo negli stampi di pressofusione, suggerendo miglioramenti di prodotto.
Da circa dieci anni lo stabilimento torinese ha chiuso i battenti. La produzione si è concentrata e consolidata a Castell’Alfero. Maria Grazia Doglione è adesso presidente della società per azioni, mentre suo marito Paolo Guaschino, anche lui ingegnere, è direttore generale dell’azienda.
Ai 30 mila metri quadri del primo nucleo di Castell’Alfero (di cui 15 mila coperti, tutti dedicati alla produzione), si sono aggiunti, dopo una ristrutturazione durata un anno e mezzo, gli spazi che anni addietro erano stati utilizzati dalla Abb-Isoflux, pochi chilometri più avanti in direzione di Asti, altri 45 mila metri quadri a Portacomaro Stazione.
In omaggio alle radici sempre puntuali, concrete ed efficienti alle esigenze dei clienti; un capitale tecnologico dell’azienda, il nuovo sito porta il nome di Alessandro Doglione.
Il prossimo anno Fondalpress festeggerà ufficialmente i 45 anni di attività ininterrotta. Molti, moltissimi i “fedelissimi al lavoro” che sono in azienda fin dall’inizio.
Investimenti ingenti nel rinnovamento del parco macchine, nell’aggiornamento e nella formazione continua del personale; risposte e professionale che permette di operare in un mercato complesso proponendo soluzioni personalizzate, in continua evoluzione: queste sono state le chiavi che hanno permesso a Fondalpress di crescere e restare competitiva, in un mercato sempre più aggressivo e globalizzato.
Ma non solo: a fare realmente la differenza c’è stata anche la scelta coraggiosa di restare saldamente radicati sul territorio, occupando personale locale e assecondando la crescita professionale di chi è motivato a farlo.
«In questi anni abbiamo fatto scelte aziendali mirate, cercando di operare i giusti investimenti poco alla volta e valorizzando il nostro prezioso capitale umano – dice Maria Grazia Doglione –. Non è stato semplice. Con la dedizione, l’impegno e la competenza di tutti abbiamo percorso un cammino che di crescita scrive ogni giorno. Noi abbiamo scelto di restare qui. Il futuro è di chi se lo sa costruire e noi siamo convinti che l’Italia possa essere competitiva e attrattiva».
Un bell’esempio di Made in Italy e di Made in Asti.