I geologi lo sanno: il corso di un fiume non è mai uguale a se stesso, si modifica, sposta il proprio alveo, si trasforma. Un lavorìo durante il quale il fiume non trascina con sé soltanto rocce, sabbia e terra, ma anche tutto ciò che l’uomo ha lasciato alla portata delle sue acque. E quanto più la civiltà si affaccia sulle sponde, tanto più è cospicuo il “bottino” delle correnti. A volte il caso o la curiosità o la tenacia scientifica degli uomini fanno sì che il fiume restituisca ciò che ha preso e custodito.