giovedì 21 Novembre, 2024
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Il misterioso manoscritto del prestigiatore

Nel volume del XVIII secolo i segreti dei giochi di carte

In una stanzetta al fondo dei locali al pian terreno di Palazzo Alfieri, che oggi, dopo il restauro, ospitano la Fondazione Guglielminetti, oltre 30 anni fa un dipendente della Biblioteca astense recuperò, tra cumuli di cartacce e vecchie sedie, un manoscritto antico, intitolato Libro diviso in tre partj, la prima, che insegna a far Giuochj di mano, tutti con Carte. Il secondo far Giuochj di mano con Bussolottj, e simili. Il terzo, varj Giuocolini da passar l’ozzio, con alcune esperienze, e Segretj, tutti da mè provati.

Il volume, privo di data e di indicazione d’autore, mostrava una legatura settecentesca e per la grafia, le decorazioni, il tipo di inchiostro fu datato a un periodo dal 1680 al 1730; fu così inventariato, catalogato e riposto.

Solo nel 2012 attirò l’attenzione di Aurelio Paviato, vigevanese, famoso prestigiatore
professionista, esperto dei testi classici dell’illusionismo. Paviato approfondì lo studio del volume con risultati sorprendenti; il manoscritto astigiano, una vera scoperta, una piccola rivoluzione per la storia dell’illusionismo e dei giochi, attirò l’attenzione del
Conjuring Arts Research Center di New York, una organizzazione dedicata allo studio dell’illusionismo, che pubblica semestralmente Gibecière, rivista internazionale dedicata alla magia: nel 2013 un numero monografico della rivista fu dedicato al nostro volume,
riprodotto integralmente e con la traduzione del testo in inglese.

Mentre gli specialisti stranieri ne studiavano il contenuto, ad Asti si cercava si scoprire qualcosa di più in merito alle origini del volume: un’annotazione su un foglietto volante reperito all’interno del manoscritto con la scritta “Dono di Mario Rasero” suggeriva
di mettere il volume in relazione con questo astigiano, studioso di numismatica e collezionista, morto nel 1947.

Dagli inventari dell’Archivio Storico Comunale risulta che alla fine degli Anni ’30 Rasero aveva donato al Comune numerosi volumi antichi e di pregio, tutti pervenuti in seguito alla Biblioteca Astense. Ma nell’inventario il manoscritto sui giochi non è citato. La ricerca sulla storia del volumetto ha portato ad appurare che il volume fu donato alla Biblioteca insieme a molti altri volumi di pregio da un altro generoso astigiano, Giovanni Montersino: l’appunto “Dono di Mario Rasero” risulta scritto di sua mano e si riferisce a se stesso, non alla Biblioteca.

E non basta. Gli studiosi di illusionismo avevano segnalato la presenza di un manoscritto del tutto simile al nostro, ma con i disegni acquerellati, presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, che, interpellata in merito, confermava la presenza del volume, parte di una ampia raccolta appartenuta a varie personalità della famiglia Targioni Tozzetti. Così è stato possibile confermare l’ipotesi degli studiosi di illusionismo di una provenienza toscana del manoscritto di Asti, ma non capire quale sia il rapporto
temporale tra l’uno e l’altro testimone.

Certo, è lusinghiero pensare che il nostro esemplare sia il princeps, la bozza, di cui
il volume fiorentino rappresenta la versione in bella copia; ma senza una comparazione tra i due esemplari, fatta da un vero esperto, non si può neppure escludere che il nostro sia una copia fatta o fatta fare da un copista da un appassionato del genere per proprio uso: così avveniva infatti prima dell’invenzione della fotocopiatrice.

Sarebbe interessante fare una comparazione tra le grafie, per riferire entrambi gli esemplari a un unico estensore o escludere tale possibilità. Insomma, il manoscritto sui
giochi conserva ancora intatti molti dei suoi Secreti.

L'AUTRICE DELL'ARTICOLO

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