venerdì 4 Ottobre, 2024
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San Secondo è in copertina ma nel manoscritto c’è una cronaca medievale

In una della vetrine del Museo del Palio di Asti è esposto un volume, aperto sul frontespizio. Di proprietà della Biblioteca Astense, il suo titolo è composto di abbreviazioni, così consuete negli antichi manoscritti: VITA BEATISSIMI S. SECUNDI MAR.RIS / AEQUITIS ASTEN. NOBILISSIMI / EX ANTIQUIS HUIUS CIVI.TIS / SCRIPTURIS A CANONICO / IOHANE STROPPIANA DECERPTA / ANNO DNI....

Dal Seicento astigiano ecco la sorpresa dell’inedito San Secondo

A Palazzo Mazzetti la mostra che racconta Asti come terra di frontiera.

Asti e Venezia si disputano San Secondo

L’urna argentea con la reliquia nella cripta di San Secondo
Il santo protettore di Asti è conteso dai veneziani che sostengono di averne la reliquia. è una storia lunga mille anni. Sulla laguna c’é un’isola dedicata al santo martire legionario romano e il suo corpo sarebbe custodito nell’urna di una importante chiesa veneziana affrescata dal Tiepolo e dal Tintoretto. La leggenda narra di rapimenti notturni e sotterfugi, miracoli e processioni. Gli astigiani rispondono dimostrando, anche con l’uso della datazione scientifica del carbonio 14, che la reliquia custodita nella cripta della Collegiata è compatibile con l’età romana. I veneziani si sarebbero presi il corpo mummificato di un vescovo di qualche secolo dopo. E anche sulla facciata della chiesa di Asti c’é un mistero svelato o meglio una controfigura: dal 1988 nella nicchia è stata sistemata una copia della statua di San Secondo. L’originale fu tolto nel 1870 e da allora è in una tenuta a Quarto, a pochi chilometri dalla città.

A Quarto la vera statua. Sulla Collegiata una controfigura

San Secondo: a Quarto la vera statua, sulla Collegiata una controfigura

Astigiani in festa quando partiva la colomba

Un’immagine dei fuochi tratta da un sonetto dedicato alle feste del Santo della seconda metà del ’700
Fiere e altri appuntamenti sono organizzati ogni anno a maggio per festeggiare San Secondo, ma lo spettacolo pirotecnico è uno dei momenti più apprezzati dagli astigiani. I "fuochi" venivano già sparati nel '400 per arricchire il palio. La sede dello spettacolo era Piazza San Secondo ma, nell’800, si spostò in Piazza Alfieri per andare nel 1866 in Piazza Emanuele Filiberto. Dal 1961 vennero sparati allo stadio comunale e dal 1984 sul Lungotanaro. Fino alla fine degli anni ’70 sulle teste degli astigiani passava la colomba, la miccia che un tempo veniva accesa per dare il via allo spettacolo. Da quel gesto nacque il modo di dire dialettale che ancora indica l’improvviso accendersi di una discussione o di un battibecco.