Astigiani 29 – settembre 2019
Quando la paura della tempesta percorre come un brivido le colline
di Piercarlo Grimaldi
Il caldo torrido e nel contempo improvvisamente fastidioso che abbiamo vissuto in questi mesi estivi ci ricorda, se ce n’era bisogno, che il clima anche nella fascia di mondo in cui viviamo, dolce e delicato un tempo, sta sempre più assumendo omportamenti inquietanti se non drammatici, disvelando una faccia della natura che già al presente si fa minacciosa per le generazioni che ci seguiranno. Una minaccia che richiede a tutti noi una seria e improrogabile riflessione al fine di costruire una coscienza collettiva che ci porti a essere consapevoli, perché è anche e soprattutto dai nostri singoli contegni dai quali dobbiamo partire per confrontarci positivamente con la natura che ci circonda e non comportarci stoltamente, tanto da non chiederci quale sarà l’eredità che lasceremo ai figli e ai nipoti.
Anche a partire da questa sintetica riflessione, in questo numero della rivista Astigiani si affronta il tema della grandine, di tragica attualità. Le nostre campagne conoscono da sempre il terrore che i temporali estivi portano con sé. La tempesta, lo sanno bene i contadini, nel tempo di pochi minuti può pelare il dorso di una collina, togliere le speranze per l’avvenire perché una grandinata asciutta può non solo negare i raccolti che stanno giungendo a maturazione, ma anche distruggere le capacità produttive della terra per più annate.
Le campagne hanno dunque una lunga, inesausta conflittuale storia con questa tragica avversità della natura. Un profondo magismo contadino ha nutrito l’impari lotta tra la terra e il cielo.
Di questa memoria di tradizioni rimangono ancora tracce che persistono anche nelle giovani generazioni. Pratiche magiche sono ancora attive e il ramo d’ulivo benedetto della domenica delle Palme viene custodito con cura e devozione per bruciarlo contro il cielo che minaccia grandine, impetrando l’intervento divino. Ma la storia della lotta alla grandine è anche la ricerca di un razionale progetto associativo che ha percorso tutto il Novecento con alterne fortune. Si è tentato di combattere la grandine in vari modi: bombardando le nubi, sparando razzi, con le assicurazioni e con le reti. Anni di esperimenti, delusioni, lotte contadine. Di questo percorso tra magismo e ragione dà conto Astigiani constatando che anche quest’anno, al volgere della vendemmia, pregiate zone delle viticoltura di Langa e Monferrato sono duramente colpite. Un motivo in più per acquisire coscienza che, alla fine della fine, solo un atto di umiltà può farci dialogare con la natura, nostra madre.
E per conoscere meglio i tesori che ancora il nostro territorio custodisce abbiamo anche compiuto un viaggio tra le meraviglie botaniche nascoste tra valli e colline.
Un itinerario di sorpresa e di speranza.

Quadro del 1904. Moncucco (At), frazione Moglia.
2009. Cappella di San Giacinto (Foto Gianpaolo Fassino).
Nuove alleanze per Astigiani
di Sergio Miravalle
Questo numero di Astigiani contiene, nelle sue 120 pagine, due novità frutto di nuove alleanze culturali. “Faldone aperto” è una rubrica dedicata alla scoperta delle curiosità conservate dall’archivio storico del Comune di Asti.
Palazzo Mazzola, oltre che il museo del Palio, custodisce un patrimonio con migliaia di fotografie, documenti, oggetti che raccontano secoli di storia della città.
D’intesa con l’Amministrazione comunale e la collaborazione dei responsabili dell’archivio, pubblicheremo ad ogni numero di Astigiani un pezzo dedicato alla storia di questo o quel documento, proponendolo all’attenzione dei nostri lettori. La rubrica è aperta anche alla collaborazione con altri archivi nella convinzione che è importante conservare, ma bisogna far conoscere, anche al di fuori della cerchia dei ricercatori, ciò che si è salvato dallo scorrere del tempo. Altra nuova pagina, che troverete in questo numero di Astigiani, segna invece l’inizio di una collaborazione più stretta tra la nostra associazione e l’Utea di Asti, l’Università delle tre età, frequentata da migliaia di corsisti. Astigiani offre una pagina per la presentazione di corsi e attività dell’Utea, ma soprattutto vuole diventare la rivista alleata di chi come noi ama la storia e le storie della nostra terra, studia, approfondisce, scopre curiosità e aspetti inediti. Astigiani, lo abbiamo sempre ribadito, è una rivista aperta e pronta ad accogliere ricerche, studi, testimonianze che ne arricchiscono i contenuti e aggiungono tessere al mosaico della piccola e grande Storia di questi territori.
Già è così: un nostro lettore ci ha proposto il diario del padre che durante la guerra d’Africa partecipò alla rievocazione del Palio di Asti, nel 1936 sulle rive di un lago dell’Etiopia.
Pubblichiamo le foto inedite di quell’evento di cui era rimasta solo la cronaca giornalistica dell’epoca. Una tessera in più del nostro mosaico. Buona lettura.
Visualizza le foto della presentazione di Astigiani n. 29